Il Consiglio di Stato ha accolto in toto l’appello del Comune di Milano contro la sentenza dal TAR Lombardia nell’ambito del contenzioso intrapreso da alcuni Radio Taxi contro l’istituzione del numero unico 02.7777.
La sentenza ribalta quella del Tribunale amministrativo accogliendo tutti i motivi formulati dal Comune. Il servizio di ricerca taxi, secondo i giudici del Consiglio di Stato, rientra nella funzione del servizio di trasporto pubblico a mezzo taxi che il comune deve assicurare e che ha sempre assicurato a mezzo le colonnine situate nelle zone di sosta dei taxi. In questa vicenda, in particolare, con la gara indetta dal comune di Milano per l’affidamento della fornitura e gestione del sistema di chiamate taxi attraverso numero unico, mediante sostituzione delle colonnine con la più moderna tecnologia di tipo informatico il comune ha inteso sostituire la ricerca del taxi a mezzo delle colonnine con il nuovo sistema di ricerca informatizzato.
Pertanto, l’ente locale non ha introdotto un nuovo servizio sottraendolo alle società di radio taxi ma si è limitata a modificare il servizio che già svolgeva e non vi è stata alcuna ingerenza del comune in un settore riservato all’operatore privato perché il settore è stato da sempre caratterizzato dalla coesistenza del servizio pubblico e privato; il servizio pubblico, sottolineano i giudici di Palazzo Spada, non può essere impedito dal fatto che il servizio radio taxi soddisfi appieno le esigenze dell’utenza, non potendo il comune rinunciare per ciò stesso alla erogazione di un servizio pubblico. Del pari non è configurabile la violazione dei principi comunitari in base ai quali l’intervento pubblico nella prestazione di servizi pubblici si giustificherebbe solamente quando la gestione concorrenziale di un’attività non assicuri un’adeguata tutela dei fini di interesse generale che il servizio è diretto a soddisfare.
Infatti, poiché con la gara contestata non viene introdotto un servizio nuovo ma una modalità nuova di gestione di un servizio già espletato non può farsi riferimento al suddetto principio che riguarda la introduzione di una nuova attività pubblica in concorrenza con quella già espletata con soddisfazione dai privati.