Sarà il Mit a dare il via alla 16esima Autorità di sistema portuale, quella dello Stretto di Messina, alla quale faranno capo i porti dell’omonima città insieme a Milazzo per la Sicilia; Reggio Calabria e Villa San Giovanni per la Calabria. L’obiettivo è quello di valorizzare la peculiarità dello Stretto di Messina, un territorio attraversato ogni giorno da moltissimi passeggeri, gran parte dei quali pendolari, che tuttavia presenta importanti criticità. Per questo è emersa la necessità di dotare l’area di una specifica autorità di sistema portuale.
La riforma dei porti voluta dal precedente Governo ha previsto di accentrare nell’autorità di distretto portuale di Gioia Tauro anche la competenza su tutto il traffico nello Stretto, ma per il Mit ciò potrebbe danneggiare ulteriormente il territorio di Messina e di Reggio Calabria congestionando altresì i flussi per il gran numero di passeggeri. La nuova Autorità avrà invece il compito di risollevare i territori interessati mettendo, al tempo stesso, al centro dell’interesse pubblico i tanti cittadini e turisti che per ragioni diverse attraversano lo Stretto.
Lo Stretto di Messina, per gli aspetti morfologici può essere rappresentato come una sorta di imbuto, con la parte meno ampia verso nord in corrispondenza della congiungente ideale Capo Peloro (Sicilia) e Torre Cavallo (Calabria). La minore ampiezza (3.150 metri nel punto più stretto) si riscontra lungo la congiungente Ganzirri-punta Pezzo cui corrisponde a livello del fondo una “sella” sottomarina ove si riscontrano le profondità più modeste (80–120 metri). In questo tratto i fondali marini presentano un solco mediano irregolare, con profondità massima di 115 metri, che divide una zona occidentale caratterizzata da profonde incisioni, da quella orientale di Punta Pezzo relativamente più profonda e pianeggiante.