Prosegue il negoziato difficile fra l’Italia e l’Unione europea sulla gestione dei crescenti flussi migratori. L’ultima notizia in tal senso riguarda l’operazione Triton, che sarà rivista insieme all’impegno che gli Stati membri dovranno assumere per rafforzarla. Prosegue il negoziato difficile fra l’Italia e l’Unione europea sulla gestione dei crescenti flussi migratori. L’ultima notizia in tal senso riguarda l’operazione Triton, che sarà rivista insieme all’impegno che gli Stati membri dovranno assumere per rafforzarla. Lo comunica il direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, dopo aver ricevuto nella sede di Varsavia la delegazione italiana guidata dal direttore della Polizia delle frontiere, Giovanni Pinto. Soddisfatto il Viminale che aveva chiesto con urgenza l’incontro e ora parla di “un altro passo avanti”. Pinto ha messo sul tavolo dell’Agenzia europea delle frontiere la richiesta che “nel caso di massiccio afflusso di migranti”, come avvenuto una paio di settimane fa con 12mila sbarchi concentrati in un weekend, sia possibile sbarcare le persone soccorse nei porti di altri Paesi Ue. Tutti i partecipanti all’incontro hanno riconosciuto che l’Italia sta affrontando “una straordinaria pressione e ha bisogno di un supporto addizionale da parte dell’Unione e di Frontex”. A tal fine sarà costituito “senza ritardi” un gruppo di lavoro per identificare quello di cui c’è bisogno per rivedere il “concetto operativo” di Triton, alla luce delle decisioni già raggiunte a livello politico in seguito al piano d’azione presentato dalla Commissione europea lo scorso 6 luglio. Il gruppo di lavoro si occuperà anche di un’altra partita che sta a cuore dell’Italia e cioè il codice di condotta per le ong. Frontex e alcuni Stati membri, infatti, intendono condividere le loro esperienze operative per aiutare a sviluppare il codice e, una volta adottato, valutare come impatta sulle operazioni dell’Agenzia europea. Frontex, inoltre, che attualmente dispiega 400 persone, 12 navi, 3 aerei e 4 elicotteri per assistere l’Italia nella gestione della pressione migratoria e combattere il crimine transfrontaliero, si è impegnata a rafforzare la sua presenza negli hoptspot. Obiettivo, dare una mano alle autorità italiane per velocizzare le procedure d’identificazione e registrazione dei migranti e l’iter dell’asilo. Infine, Frontex si è detta pronta ad aumentare il suo sostegno all’Italia nell’area dei rimpatri. Parecchi Paesi europei sono pronti a partecipare ai programmi, ma ciò “richiede una capacità di detenzione aggiuntiva” per i migranti che dovranno essere rimpatriati. Il Ministro dell’interno, Marco Minniti, nei giorni scorsi aveva spiegato che “una sola mossa” non può risolvere il problema. E quindi, pur senza cantare vittoria, ha accolto con soddisfazione l’esito della missione di Pinto a Varsavia. Si va, osservano al Viminale, verso la rinegoziazione dell’operazione Triton, “così come avevamo auspicato”. Ma la strategia di Minniti di “suonare più tasti” non si ferma: domani sarà a Berlino e giovedì a Tripoli per incontrare i Sindaci libici. . Soddisfatto il Viminale che aveva chiesto con urgenza l’incontro e ora parla di “un altro passo avanti”. Pinto ha messo sul tavolo dell’Agenzia europea delle frontiere la richiesta che “nel caso di massiccio afflusso di migranti”, come avvenuto una paio di settimane fa con 12mila sbarchi concentrati in un weekend, sia possibile sbarcare le persone soccorse nei porti di altri Paesi Ue. Tutti i partecipanti all’incontro hanno riconosciuto che l’Italia sta affrontando “una straordinaria pressione e ha bisogno di un supporto addizionale da parte dell’Unione e di Frontex”. A tal fine sarà costituito “senza ritardi” un gruppo di lavoro per identificare quello di cui c’è bisogno per rivedere il “concetto operativo” di Triton, alla luce delle decisioni già raggiunte a livello politico in seguito al piano d’azione presentato dalla Commissione europea lo scorso 6 luglio. Il gruppo di lavoro si occuperà anche di un’altra partita che sta a cuore dell’Italia e cioè il codice di condotta per le ong. Frontex e alcuni Stati membri, infatti, intendono condividere le loro esperienze operative per aiutare a sviluppare il codice e, una volta adottato, valutare come impatta sulle operazioni dell’Agenzia europea. Frontex, inoltre, che attualmente dispiega 400 persone, 12 navi, 3 aerei e 4 elicotteri per assistere l’Italia nella gestione della pressione migratoria e combattere il crimine transfrontaliero, si è impegnata a rafforzare la sua presenza negli hoptspot. Obiettivo, dare una mano alle autorità italiane per velocizzare le procedure d’identificazione e registrazione dei migranti e l’iter dell’asilo. Infine, Frontex si è detta pronta ad aumentare il suo sostegno all’Italia nell’area dei rimpatri. Parecchi Paesi europei sono pronti a partecipare ai programmi, ma ciò “richiede una capacità di detenzione aggiuntiva” per i migranti che dovranno essere rimpatriati. Il Ministro dell’interno, Marco Minniti, nei giorni scorsi aveva spiegato che “una sola mossa” non può risolvere il problema. E quindi, pur senza cantare vittoria, ha accolto con soddisfazione l’esito della missione di Pinto a Varsavia. Si va, osservano al Viminale, verso la rinegoziazione dell’operazione Triton, “così come avevamo auspicato”. Ma la strategia di Minniti di “suonare più tasti” non si ferma: domani sarà a Berlino e giovedì a Tripoli per incontrare i Sindaci libici.