Lo studio di The European House- Ambrosetti e Microsoft Italia esamina come la svolta digitale contribuirà a migliorare la sostenibilità ambientale del nostro Paese con una stima di abbattimento fino al 10% delle emissioni rispetto ai livelli prepandemici, un impatto significativo pari a quello rappresentato dalle energie rinnovabili. Dal Report appare chiaro come le aziende digitalizzate risultino più produttive rispetto a quelle che non hanno ancora affrontato il tema della trasformazione digitale, un vantaggio stimabile in un 64% di produttività in più rispetto a chi è rimasto al palo della transizione digitale. Fra le leve più significative vi è il ricorso a forme di lavoro a distanza che impattano sulla qualità della vita delle persone e sul consumo di CO2; sostenibilità ambientale, economica e sociale, le principali direttrici che interessano il cambiamento dettato dal digitale.
Nella nostra epoca, lo sviluppo di una società competitiva e resiliente ha 2 determinanti: una trasformazione digitale pervasiva e la crescita dei livelli di sostenibilità ambientale e sociale delle attività umane. È questo il principio che ha guidato la realizzazione dello Studio presentato nell’ambito del Forum di The European House – Ambrosetti, in una conferenza stampa cui hanno preso parte anche Silvia Candiani (Amministratore Delegato di Microsoft Italia) e l’advisor scientifico dell’iniziativa Patrizia Lombardi (Prorettore del Politecnico di Torino; Presidente della Rete Italiana delle Università per lo Sviluppo Sostenibile).
La ricerca si è posta l’obiettivo di indagare il contributo del digitale allo sviluppo sostenibile, identificandone gli ambiti di applicazione e quantificandone gli impatti sulle diverse componenti e ha evidenziato che è necessario un cambio di marcia sulla decarbonizzazione della nostra società anche alla luce del rinnovato obiettivo di abbattimento delle emissioni di CO2 del 55% al 2030, recentemente adottato dalla Commissione Europea, mentre sul fronte sociale è necessario invertire la tendenza che vede in aumento la disuguaglianza: dal 2008, il valore per l’Italia del Coefficiente di Gini, che misura le disuguaglianze di ricchezza, è aumentato del 12% (4 punti base in assoluto) e il 2020 è l’anno con il più alto incremento mai registrato.
Al contempo l’emergenza sanitaria ha fatto fare un salto alla trasformazione digitale della società, delle aziende e delle pubbliche amministrazioni che, oltre ad accelerare il processo di diffusione delle competenze informatiche, avrà un effetto anche sulla diffusione di nuovi modelli lavorativi abilitati da strumenti digitali di collaborazione e maggiormente sostenibili rispetto ai modelli tradizionali, sia sotto l’aspetto ambientale che sociale. Da una survey condotta dal gruppo di lavoro di The European House – Ambrosetti su un campione di oltre 200 aziende, le nuove forme di lavoro a distanza (64% del campione) e di collaborazione (59% del campione) sono percepite come le principali leve attraverso cui il digitale può contribuire alla sostenibilità sociale.
Lo studio ha voluto anche valorizzare il punto di vista dei giovani, raccogliendo le proposte di progetti di sostenibilità abilitati dal digitale emersi da una Sustainability Challenge cui hanno partecipato 16 giovani studenti e neolaureati; il loro contributo è stato importante per identificare una visione di futuro sostenibile particolarmente innovativa. L’idea vincitrice “Smart Borgo” introduce un modello di lavoro “phygital” che offrirà alle aziende in espansione soluzioni di “smart working” in borghi italiani a rischio spopolamento, dotandoli di co-working e infrastrutture tecnologiche. La parte tech consiste in un gestionale intelligente dei borghi (mappatura, disponibilità attuali etc.); la parte “fisica” è un progetto di riqualificazione edilizia e valorizzazione del territorio.