Il mercato digitale italiano marcia spedito e si prepara a superare gli 86 mld. di euro entro il 2026. È quanto emerge dal Rapporto annuale “Digital Italy 2025” di Tig-The Innovation Group, presentato in occasione del Digital Italy Summit. Le previsioni indicano che il settore raggiungerà gli 83 mld. di euro entro la fine del 2025, registrando un +4% rispetto all’anno precedente, e toccherà gli 86,6 miliardi nel 2026.
La crescita è trainata dai servizi ICT (+5,5%) e dai contenuti digitali (+5,6%), ma è supportata anche da una timida ripresa dell’hardware (+0,6%), spinta dalla necessità di aggiornare le infrastrutture in vista della diffusione dell’Intelligenza Artificiale (AI).
Nonostante il digitale sia riconosciuto come fattore strategico per la competitività e la sicurezza, l’adozione dell’AI da parte delle aziende procede con cautela.
Attualmente, solo il 14% delle imprese ha integrato soluzioni di AI nei processi. La principale barriera (44% delle aziende) è la mancanza di competenze interne, seguita dalla difficoltà nel dimostrare il valore dell’AI per il business (31%) e dai costi elevati (23%). La maggior parte delle imprese (il 27% in fase di studio e il 17% in fase di previsione) si trova in una fase esplorativa e preparatoria.
La digitalizzazione è una priorità anche nella Pubblica Amministrazione locale. Il 96% degli enti dichiara di aver avviato progetti digitali nell’ultimo anno, le principali aree di intervento riguardano l’adozione di piattaforme digitali pubbliche (66%) e la migrazione al cloud (63%), dimostrando l’intenzione di puntare su interoperabilità e scalabilità, tuttavia l’adozione dell’AI è agli inizi, con il 18% che utilizza strumenti di AI generativa.
Gli ostacoli sono analoghi a quelli del settore privato: mancanza di competenze interne (59%), resistenza al cambiamento (45%) e l’assenza di un contesto giuridico di riferimento (28%).
Un elemento cruciale riguarda la sostenibilità futura: il 90% degli enti riconosce i fondi PNRR come fondamentali per i progetti attuali, ma solo il 26% si è attivato per trovare risorse e modelli alternativi per il periodo post-PNRR. Tra questi, prevalgono i programmi di formazione (42%) e la ricerca di risorse economiche alternative (23%).
“La sfida non è chiedersi se ‘adottare il digitale’, bensì saperlo governare per generare crescita, inclusione e competitività,” ha affermato Roberto Masiero, presidente di Tig.
La conclusione del Rapporto vede l’Italia con un mercato digitale in crescita, ma è fondamentale rafforzare le competenze tecnologiche e integrare le politiche industriali per trasformare il digitale in una leva di sviluppo per il Paese e per l’Europa.