E’ stato pubblicato ieri il Rapporto sull’andamento delle entrate tributarie e contributive nel periodo gennaio-maggio 2018, redatto dal Dipartimento delle Finanze insieme al Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato ai sensi dell’art. 14, comma 5 della legge di contabilità e finanza pubblica (legge 31 dicembre 2009, n. 196). Dal documento emerge che le entrate tributarie e contributive nei primi cinque mesi di quest’anno mettono in evidenza un aumento complessivo del 3,2% (+8.121 milioni di euro) rispetto all’analogo periodo del 2017. Il dato tiene conto della crescita del 2,9% (+4.615 milioni di euro) delle entrate tributarie e di quella delle entrate contributive del 3,8% (+3.506 milioni di euro).
Le cifre comprendono anche i principali tributi degli Enti territoriali e le poste correttive, quindi integrano il dato già diffuso con la nota del 5 luglio scorso. E’ altresì disponibile online il Report delle entrate tributarie internazionali del mese di maggio 2018, che fornisce l’analisi dell’andamento tendenziale del gettito tributario per i principali Paesi europei, sulla base delle informazioni diffuse con i bollettini mensili di Francia, Germania, Irlanda, Portogallo, Regno Unito e Spagna.
Un approfondimento tematico è poi dedicato all’analisi della dinamica dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Personal income tax, Pit). I dati si basano sull’edizione 2018 di Taxation trends pubblicata dalla Commissione europea. L’edizione 2018 è aggiornata ai dati fino al periodo d’imposta 2016. L’indicatore preso in considerazione è l’incidenza della Pit sul prelievo fiscale complessivo.
Nel periodo 2004-2016 si osservano dinamiche differenti per i vari Paesi, con Italia e Francia caratterizzate da un andamento della quota Pit piuttosto stabile, in linea con la media Ue. Spagna e Irlanda mostrano invece una flessione nell’ultimo quadriennio, così come il Portogallo con riferimento a questi ultimi tre anni. Nel Regno Unito tale dinamica decrescente, è iniziata nel 2009 e ha comportato una flessione complessiva di 3,5 punti percentuali nel periodo 2009-2016.
Scomponendo, infine, la Personal income tax sulla base della tipologia di reddito, possiamo osservare che in tutti i Paesi prevale nettamente la quota di entrate derivanti dall’imposta sul reddito da lavoro dipendente. Vi sono differenziazioni per le entrate legate alle altre fonti di reddito. In Spagna, Francia, Italia e Portogallo i trasferimenti sociali e le pensioni rappresentano la seconda fonte di reddito sul totale del prelievo Pit con una quota rispettivamente del 12,5%, del 18,5%, del e del 28% e del 24,8%. Al contrario in Germania, Irlanda e Regno Unito prevale la quota di entrate derivanti dall’imposta sul reddito da lavoro autonomo (rispettivamente il 20,6%, l’8,5%, il 10,1%).