S’infiamma la polemica fra Sindaci e tabaccai sulla questione annosa delle sale da gioco e del contrasto alle ludopatie. Di recente, è sceso in campo, lancia in resta, anche Roberto Scanagatti, Sindaco di Monza e presidente di Anci Lombardia: “Di fronte alla serie di esposti contro i Comuni, annunciati dalla Federazione nazionale tabaccai e dal Sindacato totoricevitori sportivi per contrastare le misure attuate dai Sindaci al fine di contenere il dilagare della ludopatia, iniziata con una denuncia al Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, evidenziamo come l’operato delle amministrazioni pubbliche in questi anni è sempre stato orientato alla tutela dei cittadini e delle fasce deboli della società. Le misure per limitare gli orari d’apertura delle sale gioco – aggiunge Scanagatti – per regolare la loro localizzazione nello spazio urbano e per tenerle lontane da luoghi sensibili hanno tutto il nostro sostegno, poiché sono argine preventivo a situazioni di disagio e dipendenza, a tensioni familiari e situazioni d’indigenza, con costi sociali insostenibili per le nostre comunità». Certi tabaccai e totoricevitori, tuttavia, sono d’altro avviso. “Addirittura, convincendo le rispettive associazioni – hanno avuto l’ardire di presentare un esposto alla Corte dei Conti lombarda – rincara la dose Scanagatti – Chiedono la condanna del Sindaco Gori, in quanto i suoi provvedimenti anti azzardo avrebbero causato allo Stato una perdita di 7,6 milioni annui. Non una parola né un conto, invece, sul risparmio derivato alle strutture sanitarie che curano le persone malate di gioco”. Intanto, mentre tabaccai e totoricevitori annunciano una riproduzione a raffica – in Lombardia e in Italia – di questo tipo di azioni giudiziarie, Scanagatti non si limita a ribadire «la solidarietà ai Sindaci, ma annuncia che «ci attiveremo per azioni di supporto alle loro istanze». La ragione è dalla sua parte. Sulla controversa vicenda si è schierato anche il Consiglio di Stato che ormai stabilmente “salva” i regolamenti comunali anti-azzardo, puntualmente impugnati da sale giochi ed esercizi simili. Esemplare in tal senso il caso di Mantova, dove il Sindaco, recita una sentenza, «non altro ha adottato che un’ordinanza finalizzata alla tutela della salute dei suoi cittadini e dei minori in particolare, essendo quest’ultimi i soggetti maggiormente attratti dagli apparecchi che consentono vincite in danaro, e quindi a rischio di dipendenza da tale tipo di gioco».