Il Consiglio dei ministri ha appena dato il via libera al Piano nazionale d’azione pluriennale per la promozione del sistema integrato di istruzione da zero a sei anni. Nel programma sono contenuti principi e regole per dare seguito ad una delle principali novità previste dalla legge 107 del 2015 la cosiddetta Buona Scuola, che per la prima volta ha sancito la realizzazione di un sistema integrato di istruzione rivolto alla fascia di età da zero a sei anni stanziando risorse dedicate al potenziamento dei servizi offerti alle famiglie, per l’abbassamento dei costi sostenuti dai genitori, per garantire alle bambine e ai bambini pari opportunità di educazione, istruzione e cura, superando barriere territoriali, economiche e culturali.
Il Piano è stato approvato il 12 dicembre sulla base di quanto previsto dal decreto legislativo 65 del 2017 e contiene gli obiettivi strategici del nuovo sistema: il 33% di copertura della popolazione sotto i 3 anni di età, l’inclusione di tutti i bambini con difficoltà, la presenza di nidi in almeno il 75% dei Comuni, la qualificazione universitaria per le insegnanti dei nidi, la formazione in servizio per tutto il personale, il coordinamento pedagogico territoriale tra nidi e scuole dell’infanzia, la riduzione delle rette. Per il primo anno di attuazione sono stati già stanziati 209 milioni (saranno 239 milioni una volta a regime), i cui criteri di riparto hanno avuto il via libera in Conferenza unificata lo scorso 2 novembre e che, dopo l’attuale via libera, saranno assegnati agli Enti locali, sulla base della programmazione già fatta pervenire dalle Regioni.
Gli Enti locali gestiranno in forma diretta o in convenzione servizi educativi per l’infanzia e scuole dell’infanzia, avranno il compito di monitorare e verificare il funzionamento dei servizi educativi per l’infanzia territoriali, attivare il coordinamento pedagogico dei servizi del proprio territorio, coordinare la programmazione dell’offerta formativa, promuovere la formazione in servizio di tutto il personale, definire le modalità di coinvolgimento e partecipazione delle famiglie, promuovere la continuità con il primo ciclo d’istruzione.
“Il sistema integrato 0-6 anni rappresenta un cambiamento culturale importante, una vera svolta che mette al centro i diritti dei più piccoli – ha detto il titolare del Miur, Valeria Fedeli Fedeli – Le istituzioni, d’ora in poi, lavoreranno insieme, con risorse certe e regole condivise, per offrire alle famiglie strutture e servizi ispirati a standard uniformi su tutto il territorio nazionale, per aumentare i servizi e sostenere i genitori, per dare alle bambine e ai bambini maggiori opportunità di accesso a un’istruzione di qualità fin dalla nascita. Quando a gennaio abbiamo deciso di portare avanti i decreti attuativi delle legge 107 lo abbiamo fatto nella consapevolezza che sono una parte estremamente qualificante della riforma. E il decreto sul sistema da zero a sei anni ne è una chiara dimostrazione”.