Lo smart working dà una spinta al mercato dei personal computer. In effetti, lavoro agile e didattica a distanza stanno potenziando il settore dei personal computer, depresso nel primo trimestre con un forte calo delle vendite a causa dell’impatto del Coronavirus sulla produzione e sulla domanda. Per il secondo trimestre, gli analisti concordano invece su una ripresa superiore alle attese, stimata tra il 3% e l’11% circa. I più cauti sono i ricercatori di Gartner, secondo cui tra aprile e giugno le consegne di pc fissi e portatili sono aumentate del 2,8% su base annua a quota 64,8 milioni di unità, trainate da “una crescita straordinariamente grande nella regione Emea”, cioè Europa, Medio Oriente e Africa. Gli esperti di Canalys, che nei pc includono anche le workstation, stimano le consegne in aumento del 9% a 72,9 milioni di unità.
Nel dettaglio, notebook e workstation mobili hanno registrato un +24%, mentre pc e workstation fissi hanno subito una flessione del 26%. Per Idc, le consegne globali, workstation incluse, sono aumentate dell’11,2% a 72,3 milioni di unità. “La forte domanda spinta dalle esigenze del telelavoro e dell’e-learning ha superato le aspettative precedenti e ha nuovamente messo il pc al centro del portafoglio tecnologico dei consumatori”, osservano gli analisti. In particolare, fra le aziende, Canalys e Idc mettono al primo posto Hp con circa 18 milioni unità, seguita da Lenovo con 17,4 milioni e da Dell a 12 milioni. Distanziate si piazzano invece Apple, con consegne stimate tra i 5,3 e i 5,6 milioni di Mac, e Acer, tra i 4,8 e i 5 milioni di pezzi.