Il 2019 è stato l’anno in cui la tecnologia blockchain ha iniziato a diffondersi al di fuori del mondo delle criptovalute e della pura sperimentazione. La definizione di blockchain è ormai nota: si tratta di un data base distribuito (una sorta di registro delle transazioni dove i dati non sono memorizzati su un solo computer, ma su più macchine collegate tra loro via Internet, attraverso un’applicazione dedicata che permette di interfacciarsi con la “catena”) fatto di blocchi di dati che memorizzano transazioni; per essere consolidato all’interno di un blocco, ogni dato, e successivamente ogni blocco prima di essere inserito nella “catena”, viene sottoposto a un processo di validazione.
Non ci sono dubbi che la Blockchain è chiamata a svolgere un ruolo sempre più importante a livello di Government e di rinnovamento delle Pubbliche Amministrazione. Per cercare di orchestrare, favorire e stimolare questa innovazione si è mossa anche l’Unione europea: Startup Europe, l’iniziativa della Commissione Ue per le imprese innovative, presenta un nuovo sito (startupeuropeclub.eu) e 7 nuovi progetti per facilitare la crescita di poli tecnologici. Tra questi B-Hub for Europe, a guida italiana, è dedicato alla formazione delle imprese sui potenziali benefici della blockchain e avvicinare le startup del settore al mercato. Il progetto è coordinato dall’acceleratore di impresa italiano INNOVA e coinvolge partner anche in Germania, Francia, Lituania e Romania.
“Molti giovani stanno lavorando su applicazioni per la blockchain, e saranno coinvolti, faremo una mappatura di quello che c’è a livello paese sul tema” spiega Antonella Vulcano di INNOVA, coordinatrice del progetto. I partner “Faranno valere le loro competenze e capacità per far crescere a livello Ue le aziende innovative e deep-tech” ha aggiunto la coordinatrice. Restano ancora pochi i poli tecnologici, il 76% del capitale investito in Ue dal 2013 è confluito solamente in 10 hub che rappresentano solo il 30% del pool di talenti. L’88% delle imprese Ue sta comunque pianificando di espandersi a livello internazionale nei prossimi 12 mesi. In media l’82,8% dei fondatori di startup è uomo, ha 38anni e un diploma universitario(84,8%).