In un’Italia buia e impaurita vengono inaspettatamente alla luce nuove risorse per uscire dall’oscurità. Trovare la misura giusta per illuminare i 5,5 milioni di chilometri di strade asfaltate di tutta l’Europa, in modo da renderle più sicure riducendo consumi energetici e dimezzando gli incidenti. E’ l’obiettivo del progetto europeo coordinato dall’Italia attraverso l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (Inrim) di Torino e al quale partecipano Finlandia, Francia, Lituania, Svezia e Svizzera.
L’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica si è appena aggiudicato, infatti, uno dei bandi EMPIR, il programma europeo di ricerca in metrologia. In Europa – sottolinea l’Inrim – sono 5,5 milioni i chilometri di strade asfaltate, di cui circa il 40% è dotato di impianti di illuminazione notturna soggetti a normativa europea. Per progettare un impianto di illuminazione stradale, cioè per sapere quanta luce e quanti lampioni occorrono per assicurare la buona visibilità notturna richiesta, occorre considerare molteplici aspetti. Ad esempio come lo specifico asfalto di quella strada rifletterà la luce verso gli occhi degli automobilisti. E poi come illuminano le luci su strada o a bordo dei veicoli.
“La giusta illuminazione dell’ambiente notturno determina la capacità di distinguere la strada dal terreno circostante e di rilevare eventuali ostacoli presenti sulla carreggiata”, spiega Paola Iacomussi dell’Istituto con sede a Torino, coordinatrice del progetto “Pavement Surface characterisation for smart and efficient road lighting”. “Ma i dati su cui si fonda la normativa europea risalgono a quarant’anni orsono”, prosegue la ricercatrice Inrim. “Sono quindi superati e inutili. Basta pensare a quanto siano diverse le automobili di adesso dai veicoli degli anni Settanta e a quanto siano mutate le condizioni del traffico. È cambiata pure la composizione degli asfalti e con essa il loro colore e la quantità di luce che possono riflettere, cioè le loro proprietà fotometriche. Oggi abbiamo inoltre i led e impianti di illuminazione intelligenti (smart lighting), che regolano l’emissione di luce in funzione delle condizioni ambientali o di traffico. Abbiamo lampioni che illuminano solo dove serve, evitando di disperdere inutilmente luce verso l’alto. Ci sono poi le automobili a guida autonoma che ‘vedono’ in modo differente da noi”. Il progetto SURFACE promette un aggiornamento dei dati sulle proprietà fotometriche degli asfalti moderni e permetterà quindi di applicare la normativa in maniera corretta, realizzando un’illuminazione efficiente in termini di visibilità della strada, efficace dal punto di vista energetico e, soprattutto, più sicura.
“Migliorando le condizioni di guida attraverso un’accresciuta visibilità notturna del manto stradale, sarà possibile favorire la diminuzione degli incidenti” fa rilevare Paola Iacomussi, che sottolinea anche come “Surface si presta ad accogliere una delle istanze dell’Unione Europea in materia di sicurezza stradale (road safety): ridurre del 50% il numero delle vittime di incidenti nel decennio 2010-2020”. Basandosi su dati aggiornati, sarà inoltre possibile abbassare i consumi di energia, con un risparmio stimato del 40%, cui potrà aggiungersi un ulteriore 70% grazie all’utilizzo combinato di led e smart lighting. L’Inrim coordinerà un team che comprende gli Istituti di Metrologia di Finlandia, Francia, Lituania, Svezia e Svizzera e tre partner industriali: il Centre d’études et d’expertise sur les risques, l’environnement, la mobilité et l’aménagement (CEREMA), l’azienda svizzera Zehnter, che opera nel campo della progettazione e realizzazione di sistemi portatili di misura, e la francese Optis, che sviluppa simulatori di guida e software per la simulazione ottica. Il progetto ha preso avvio formalmente il 1° luglio scorso, e ieri e oggi a Torino nella sede Inrim si è tenuto il kick-off meeting tra tutti i partner, che per 36 mesi s’incontreranno con cadenza periodica per discutere e valutare l’avanzamento dei lavori.