Nel 2021 spesi 219 mln. per i servizi ai cittadini e gli amici a 4 zampe, meno di 1 Amministrazione su 3 registra performance sufficienti, solo 290 Comuni su 986 conosce il numero degli iscritti all’anagrafe canina e il 37% ha un regolamento per la corretta detenzione degli animali in città; premiati i Comuni di Prato, Modena e Verona e le Aziende ATS della Montagna, AUSL Toscana Centro e ATS di Brescia.
Spesa in aumento, disparità territoriali, ritardo sulle sterilizzazioni, milioni di “animali fantasma” e ritardo nell’attuazione dei regolamenti nella prevenzione: l’Italia è indietro nel garantire il benessere animale in città, con conseguenze di tipo economico, sociale e ambientale. È quanto emerge dall’XI Rapporto Nazionale “Animali in Città” di Legambiente sui servizi offerti dalle amministrazioni e dalle Aziende sanitarie per la gestione degli animali d’affezione e la convivenza con animali padronali e selvatici in contesti urbani.
Il Dossier è stato presentato alla fiera di Milano, con il patrocinio di ANCI, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Enci, Fnovi, Amvi e Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva, all’Indagine hanno risposto 986 Amministrazioni (il 50% rappresentato dai Capoluoghi) e 42 Aziende sanitarie. Quattro le macroaree di valutazione delle performance: quadro delle regole (regolamenti comunali e/o ordinanze sindacali) per i Comuni; risorse impegnate e risultati; organizzazione delle strutture e servizi al cittadino; controlli. In base a questi criteri, il Cigno verde ha assegnato il Premio nazionale “Animali in Città 2022” ad alcune delle realtà virtuose nell’offerta di servizi e in azioni dedicate alla prevenzione, quest’anno tra i premiati Prato, Modena e Verona.
Legambiente, dal canto suo, è tornata a ribadire l’urgenza di un’Anagrafe unica nazionale obbligatoria per le specie animali d’affezione con lo scopo di fornire i servizi necessari ai cittadini e realizzare i controlli per rendere sicura la convivenza con gli amati “pet”, superando la frammentarietà delle informazioni regionali alla luce dell’annuncio della Direzione generale della Sanità animale del Ministero della Salute e di un’approvazione entro il 2023.
Secondo il Sondaggio, nei Comuni nel 2021 ogni 10 cani catturati, 9 hanno trovato una soluzione felice tra restituiti ai proprietari, dati in adozione e/o reimmessi come cani liberi controllati. A livello di Regolamenti e Ordinanze comunali, il 37% dei Comuni dichiara di avere un regolamento per la corretta detenzione degli animali in città e il 20% regolamenta l’accesso ai locali pubblici e negli uffici in compagnia degli amici a 4 zampe, il 7% ha approvato regolamenti per facilitare con agevolazioni fiscali o sostegni le adozioni dai canili. Il 33% dei Comuni dice di aver effettuato specifici controlli e il 45% dichiara di aver dotato il personale di lettore microchip, mentre il 95% delle Aziende sanitarie dichiara di intervenire per il rispetto delle regole e il contrasto del maltrattamento degli animali. Ottenuta l’approvazione della legge, occorre far entrare in vigore l’Anagrafe unica nazionale per gli animali d’affezione e investire in prevenzione agevolando la sottoscrizione entro il 2025, di 1.000 accordi di Comunità per costruire alleanze tra amministrazioni pubbliche e soggetti privati per la tutela e la cura degli animali d’affezione e selvatici.
Infine Legambiente ha deciso di riconoscere, annualmente, il Premio nazionale “Animali in Città” alle esperienze dei Comuni e delle Aziende sanitarie che hanno realizzato, coerentemente con l’analisi dei 36 indicatori per i Comuni e dei 25 indicatori per le Aziende sanitarie, le migliori performance. Dall’analisi dei dati ricevuti, i premiati sono: Prato, Modena e Verona, Latina, Bolzano e Cavernago, Prato, Alessandria e Pietracamela, Blufi, Nurachi, Castelvetro di Modena, San Giovanni in Persiceto, Modena, Prato, Napoli; per le Aziende sanitarie: ATS della Montagna, AUSL Toscana Centro e ATS Brescia, ASL Vercelli, AUSL Umbria.
Fonte: Legambiente