Si respira un po’ meglio nel Belpaese, a dispetto delle recenti notizie sul Pm10. I dati della qualità dell’aria mostrano un lieve miglioramento con meno emissioni inquinanti. Male invece il consumo dell’acqua, visto che c’è stato un sostanziale raddoppio sui consumi domestici: oltre 200 litri per abitante al giorno di acqua potabile (probabilmente riconducibili a utenze non soltanto domestiche ma contabilizzate come tali).
Ancora troppe auto, dunque, si spreca molta acqua e si gestiscono male i rifiuti. Ma l’aria migliora e la gestione differenziata galoppa. E’ un’Italia a due facce ma allo stesso tempo che dà spiragli di speranza quella fotografata da Legambiente nel suo Rapporto Ecosistema Urbano 2017. Tra i capoluoghi la regina è Mantova davanti a Trento e Bolzano. Sensibili miglioramenti per Bologna, Milano e Firenze. Roma è all’88.mo posto, ultima, 104.ma, è Enna.
È Mantova, dunque, la regina dell’ambiente. A incoronarla è il 24esimo rapporto “Ecosistema urbano”, lo studio di Legambiente e Ambiente Italia sulla salute dei capoluoghi di provincia italiani pubblicato in esclusiva oggi sul Sole 24 Ore. La città virgiliana, che precede l’accoppiata Trento-Bolzano, di poco davanti a Parma, è l’unica a confermarsi sul podio (finì terza l’anno scorso) e torna a conquistare un simbolico “oro” a 11 anni dall’ultimo primo posto, datato 2006, ma da allora ha sempre registrato buoni piazzamenti.
La più “emiliana” delle lombarde ottiene i voti migliori nella raccolta differenziata, dove finisce quarta; nella “ciclabilità” del territorio (terza posizione); nell’estensione delle strade pedonalizzate (ottava); nella quantità di alberi (quinta). Nonostante le modifiche introdotte nel metodo di calcolo, nella top ten si incontrano le stesse protagoniste di 12 mesi fa. Le prime otto ci sono ancora tutte, mentre Cuneo e Savona (che finirono nona e decima) hanno lasciato spazio a Pordenone (che si piazza quinta) e Treviso, che nell’ambito delle eccellenze marca il migliore progresso, salendo dal 23° al nono posto.
La raccolta differenziata sta entrando definitivamente nell’uso comune, con un valore medio del 47,42% (+2% sul 2016). Peccato però che cresce la produzione procapite di immondizia. Nei comuni capoluogo ogni abitante produce 536 kg, rispetto ai 530 kg della precedente rilevazione.
Se da un lato cresce la domanda nei grandi centri urbani, sintomo che la gente abbandona l’auto privata a favore di una mobilità sostenibile, dall’altra la densità automobilistica resta una delle maggiori criticità di tutto il Paese. Il tasso medio di motorizzazione nei capoluoghi è praticamente doppio rispetto alle capitali europee.