Nel 2024 raggiunti i 74.303 MW di potenza rinnovabile installata, + 267% rispetto al 2004, pari a 2.704 MW l’anno. Aumentati gli impianti a fonti pulite: in 20 anni passati da 2.452 a 1.893.195. Boom dei comuni del solare fotovoltaico da 74 a 7.873, gli impianti eolici superano le 6000 installazioni.
L’Italia è la 2° in Europa con 212mila posti di lavoro nel settore rinnovabili, 350 le buone pratiche censite in questi anni, 5 i vincitori del Premio Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali 2025.
In 20 anni le rinnovabili, come le buone pratiche energetiche, registrano una lenta crescita e diffusione. La conferma arriva dai dati del Report di Legambiente “Comuni Rinnovabili”, realizzato in collaborazione con il GSE e arrivato alla 20° edizione, delle 350 esperienze virtuose censite in questi anni e delle 5 realtà vincitrici del Premio Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali (C.E.R.S), premiate dall’associazione ambientalista e da Generali Italia a Roma.
I numeri parlano chiaro: nella Penisola dal 2004 al 2024 le rinnovabili sono passate da 20.222 MW a 74.303 MW di potenza installata, con una media pari a 2.704 MW l’anno, facendo registrare un incremento di 54.081 MW, + 267%. In 20 anni è cresciuto il numero degli impianti: se nel 2004 erano 2.452, nel 2024 si arriva a 1.893.195 milioni di installazioni.
Solare fotovoltaico, eolico ed idroelettrico sono le 3 fonti rinnovabili cresciute in 20 anni, il solare fotovoltaico dal 2004 ad oggi ha registrato una crescita di 37.085 MW distribuiti in 1,8 mln. di impianti, di cui 276mila nel 2024 e i Comuni dove sono state installate queste fonti pulite sono passati da 74 a 7.873, l’eolico è cresciuto di 11.890 MW e gli impianti sono passati dai 120 del 2004 ai 6.130.
685 MW di eolico sono stati realizzati nel 2024 grazie alla realizzazione di 84 nuovi impianti che hanno coinvolto 66 Comuni, l’idroelettrico è passato da 17.055 MW del 2004, distribuiti su 2.021 impianti, a 18.992 MW su 4.907 installazioni nel 2024. In crescita, anche la geotermia ad alta entalpia che dal 2004 al 2024 è cresciuta di 136 MW, mentre le bioenergie sono passate da 1.346 MW a 3.802 MW distribuiti in 3.054 Comuni. L’Italia con 212mila persone è al 2° posto, dopo la Germania, per persone occupate nel settore delle rinnovabili, la metà, 135 mila, sono impiegate nel settore delle pompe di calore nel quale la Penisola detiene il primato tra i paesi dell’UE. Eolico e fotovoltaico in Italia 9mila e 26,5mila posti di lavoro.
PREMIO C.E.R.S 2025
Altro segnale arriva dalle 350 buone pratiche censite in questi anni da Legambiente e dalle comunità energetiche rinnovabili e solidali che raccontano la rivoluzione del Paese. Dalla Toscana al Lazio, dalla Lombardia all’Emilia Romagna, passando per la Calabria, 5 le premiate a livello nazionale da Legambiente e Generali Italia, con la 2° edizione del Premio C.E.R.S 2025. Medaglia d’oro alla Fondazione CER ITALIA (AR), voluta e promossa dal Comune di Montevarchi. La CERS conta oggi 400 aderenti, tra cittadini, imprese, enti del terzo settore e amministrazioni pubbliche, Medaglia d’argento alla Comunità Illuminati Sabina – Montopoli di Sabina (RI), che nasce per iniziativa di un gruppo di cittadini nel cuore della Sabina.
Costituita come associazione ETS, questa C.E.R.S. copre 3 cabine primarie e si fonda su principi di mutualismo sociale. Medaglia di bronzo per la Comunità solare di Lodi, Piacenza e Milano, una cooperativa che coinvolge cittadini, associazioni, cooperative e parrocchie di diversi territori della Lombardia. Ogni configurazione territoriale ha un Comitato Soci per la gestione dei benefici derivanti dalla condivisione energetica. La produzione proviene da 100 impianti fotovoltaici (3.000 kW previsti entro fine 2025), realizzati attraverso gruppi di acquisto solidale.2 le menzioni speciali assegnate: la 1° alla CER Vele a Roma, la comunità energetica nata grazie alla spinta dell’Istituto Leonarda Vaccari e di organizzazioni del Terzo Settore, con il supporto del Municipio. La 2° alla Comunità energetica CERNES in Calabria – San Ferdinando e Gioia Tauro (RC), si fonda su un modello solidale ispirato all’enciclica ‘Laudato Si’’ di Papa Francesco.
I 2 impianti fotovoltaici attivi (25,36 kW) producono 35.000 kWh l’anno, evitando l’emissione di 14 tonnellate di CO₂. Entro il 2030 l’Italia dovrà raggiungere, secondo quanto previsto dal decreto Aree idonee, 80.001 MW di nuova potenza considerando le installazioni realizzate a partire dal 2021. Un obiettivo lontano dato che con le installazioni degli ultimi 4 anni il Paese ha raggiunto il 24% dell’obiettivo – 19.297 MW di nuova potenza installata dal 2021 al 2024. L’Italia dovrà realizzare in 5 anni 60.704 MW, 3.557 MW in più rispetto al 2024 (7.480 MW).
Di fronte a questa fotografia Legambiente chiede di:
- Rivedere il decreto sulle Aree Idonee, vista anche la sentenza del TAR Lazio e la L.199/2021 dando alle Regioni indicazioni univoche, a partire dalle distanze tout court da beni culturali, siti Unesco ma anche da strade, autostrade, siti industriali.
- Rivedere il decreto Agricoltura, prevedendo la possibilità di realizzare impianti sui terreni agricoli non produttivi, in quelli degradati o inquinati.
- Accelerare gli iter autorizzativi per velocizzare la realizzazione degli impianti a fonti rinnovabili, a partire dalle attività di repowering degli impianti eolici esistenti.
- Attuare politiche di accelerazione per la realizzazione dei grandi impianti e valorizzare le filiere industriali collegate alle rinnovabili con l’obiettivo di trasformare la crisi energetica e climatica in opportunità per il Paese e i territori.
- Rivedere il contingente per l’eolico offshore previsto dal Decreto FER2 che si ferma a 3,8 GW contro un potenziale di 15 GW, un passaggio necessario per stimolare la nascita di filiere industriali legate a questa tecnologia, garantendo la riconversione di industrie in crisi.
Ma per accelerare la transizione energetica è importante fornire i giusti strumenti, tra questi: completare l’organico della Commissione PNRR – PNIEC del Ministero dell’Ambiente, rafforzando il personale degli uffici regionali e comunali preposti alle autorizzazioni, senza dimenticare di completare e accelerare la transizione verso il prezzo zonale formato in base al sistema energetico delle varie aree geografiche. A tal proposito, occorre eliminare il corrispettivo aggiuntivo stabilito da Arera che unifica i prezzi a livello nazionale e lavorare per dividere nel prezzo finale quello relativo al gas e rinnovabili, infine è fondamentale lavorare sull’ accettabilità sociale degli impianti, a tal fine è fondamentale avviare una campagna di informazione sui territori e i vantaggi di queste tecnologie.
Fonte: Legambiente