L’Arabia Saudita non è soltanto sinonimo di oro nero e wahabismo, impasto contraddittorio di arcaismo e petrodollari. E’ anche ansia di futuro, anzi tentativo di progettare il futuro. La strada è già tracciata e si chiama “Neom”, la smart city più grande del mondo che dovrebbe estendersi per circa 26.500 chilometri quadrati nel nord-ovest dell’Arabia Saudita. Sorgerà nella provincia di Tabuk, tra il Mar Rosso e il Golfo di Aqaba in luoghi pressocché desertici, dai panorami mozzafiato e scarsamente abitati, che ora aspirano a popolarsi di nuove tecnologie. Il costo della smart city è stimato in circa 500 miliardi di dollari. Il piano è stato lanciato nel 2017 dal principe ereditario, Mohammed Bin Salman , ha subito un temporaneo arresto a fine 2018, ma ora potrebbe ora ripartire. L’obiettivo è completare la prima fase entro il 2025. Ma di cosa si tratta concretamente? Siamo forse di fronte a una fantasmagoria da “Mille e una notte”?
Neom punta a divenire la prima città al mondo completamente high tech e anche la più estesa. Le prime tre lettere del nome rimandano al prefisso greco nέο, che significa “nuovo”. La quarta lettera è l’abbreviazione di Mostaqbal, parola araba che sta per “futuro”. Il progetto della rivoluzionaria dimensione urbana che il regno vuole costruire si fonda su 16 settori innovativi: energia; acqua; mobilità; biotech; cibo; manifattura; media; entertainment, cultura e moda; scienze tecnologiche e digitali; turismo; sport; design e costruzioni; servizi; salute e benessere; educazione; vivibilità. La città sarà, pertanto, alimentata interamente da fonti rinnovabili, la connessione Internet sarà libera e ultra veloce in tutti i quartieri, mentre i trasporti utilizzeranno la tecnologia driverless con mezzi a guida autonoma. Di conseguenza, Neom scommetterà sulla smart mobility, sulla connettività, sui droni, sul rispetto dell’ambiente. Utilizzerà, pertanto, big data, intelligenza artificiale e riconoscimento facciale. Il tutto in un’area 33 volte più grande di New York. Il fiore all’occhiello, tuttavia, sarà proprio la smart mobility. L’ambizione è diventare un “hub internazionale di connettività per terra, aria e mare”, ospitando all’interno dei propri confini “sistemi di trasporto innovativi, automatizzati e 100% verdi che procederanno in modo scorrevole e sicuro” con un notevole impatto anche sul panorama. E nuovi collegamenti fuori dai confini verranno creati per collegare più celermente Asia e Africa.