L’Anci scende in campo per imprimere un rinnovato impulso al processo di digitalizzazione dei Comuni. In effetti, come ammette Luca della Bitta, presidente della Commissione Innovazione tecnologica e Attività Produttive dell’Associazione, il Piano triennale per l’Informatica nella Pa (pubblicato un paio di mesi fa) non ha ancora generato particolari effetti. Ecco perché, a partire da settembre, saranno poste in essere, insieme ad Agid, sia attività di diffusione informativa sugli adempimenti a carico dei Comuni, sia attività più operative volte ad aggregare gli enti locali per sperimentare modelli di attuazione del Piano a livello territoriale, con particolare riguardo per gli enti di piccole dimensioni, generalmente in stato di maggiore arretratezza digitale.
Ovviamente – segnala Della Bitta – “il Piano si interseca in un processo di digitalizzazione già avviato, molte delle priorità dell’agenda digitale sono in corso: penso a quelle in fase più avanzata come la fatturazione elettronica o al sistema dei Pagamenti elettronici che già da fine dicembre 2017 obbliga tutte le PA al collegamento”. E avverte: “C’è la necessità di ricondurre a una programmazione coerente e sinergica tutte le diverse attività volte all’attuazione dell’Agenda Digitale, per evitare di confondere gli enti locali e sprecare le risorse disponibili su interventi disarmonici e incoerenti”. Ciò perché i Comuni si stanno muovendo in ordine sparso, senza effettuare un’azione sistematica volta al rinnovamento complessivo dell’ente richiesto dalla politica nazionale ed europea. Fortunatamente – ricorda l’esponente dell’Anci – ci sono anche alcune realtà più avanti, vuoi per la maggiore disponibilità di risorse e di personale, vuoi per l’opportunità di accedere più facilmente alle informazioni e alle fonti di finanziamento. Di conseguenza, annuncia un’iniziativa con il mercato IT, attraverso le Associazioni di categoria, per organizzare un supporto agli enti locali a partire dai territori del Sud, a carattere non oneroso, con l’obiettivo di sostenerli nelle attività di digitalizzazione utilizzando al meglio i nuovi strumenti e meccanismi di spesa vigenti, nel rispetto dei vincoli e della tempistica prescritti dalla normativa.
Un secondo fronte dell’iniziativa, secondo l’Anci, deve contemplare una stretta cooperazione con l’AGID sul terreno dei Comuni medio-piccoli e delle aree marginali che altrimenti rischiano di rimanere indietro e di confermare un modello di sviluppo a macchia di leopardo che ormai da troppo tempo contraddistingue il nostro Paese su questi temi. Non è superfluo pertanto ricordare – sottolinea Luca della Bitta – i limiti strutturali dei piccoli Comuni, circa il 70% del totale del Paese: personale professionalmente non adeguato, resistenza culturale, risorse economiche esigue, impossibilità a rivolgersi a competenze esterne. “Per questo è necessario –conclude il ragionamento – che tutti i soggetti preposti all’attuazione dell’Agenda Digitale definiscano un programma di misure di accompagnamento che consentano a tutti i Comuni di partecipare al disegno complessivo di digitalizzazione del Paese, senza il quale il rischio è quello di mandare in onda un film già visto, ricorrendo al Comune come capro espiatorio del mancato raggiungimento degli obiettivi digitali”.