Il sistema scolastico finlandese è riconosciuto come uno dei migliori del mondo. Il ciclo di studi comincia a sette anni di età per la durata di nove anni, suddivisi in sei di scuole elementari e un triennio di scuole medie inferiori. Conclusa questa prima fase ragazzi e ragazze ormai sedicenni possono decidere se intraprendere la scuola superiore (il liceo), accedendo poi all’università, oppure frequentare la scuola di orientamento professionale per apprendere un mestiere ed eventualmente proseguire con una specializzazione.
Stando agli esiti del Programme for international students assessment (Pisa), promosso dall’Ocse in 41 diversi Paesi, un test fatto appositamente per misurare il livello di preparazione degli studenti, i giovani finlandesi hanno primeggiato brillantemente tra circa 250.000 concorrenti, mentre gli italiani sono arrivati al 26esimo posto della classifica. Ma quali sono i punti di forza del sistema scolastico finlandese? La concezione di base lo trova interamente a carico dello Stato e le classi sono composte da un massimo di venti alunni per quanto riguarda il primo ciclo d’istruzione. La strategia finnica, inoltre, per il raggiungimento dell’uguaglianza e dell’eccellenza nel campo dell’istruzione non presenta step di selezione, né particolare monitoraggio degli studenti durante la comune formazione di base. L’obiettivo del sistema educativo scolastico finlandese è quello di formare cittadini sempre più responsabili, creativi e dotati di abilità direttamente spendibili nella società e nel mondo del lavoro. Una scuola partecipativa e dinamica che sappia interfacciarsi con la realtà.
Negli anni la diffusione sul territorio degli istituti scolastici e la fornitura gratuita dei mezzi pubblici per gli studenti che vivono nelle zone più decentrate è stata, per un Paese come la Finlandia, parte integrante di una strategia inclusiva e vincente. Il sistema educativo ha anche investito molto sulla formazione degli insegnanti, che sia nella scuola primaria che in quella secondaria devono essere tutti laureati e sottoposti a frequenti corsi di formazione. L’insegnamento è una professione molto rispettata nel Paese e l’accesso ai programmi universitari per l’aggiornamento dei docenti è altamente qualificato. In questi giorni, così come anche anni addietro, il sistema scolastico finlandese torna sotto la lente d’ingrandimento poichè le nuove linee d’indirizzo sembravano ormai guardare all’abbandono delle materie curricolari tradizionali per dedicarsi esclusivamente a tematiche interdisciplinari.
Ma quello dell’istruzione finlandese “più che un meccanismo di riforme brusche che caratterizzerebbero il sistema educativo, è un processo d’innovazione graduale – ha detto il ricercatore di Psicologia sociale dell’Università di Jyvaskyla, Marco Baghero – Il percorso ha avuto inizio nel 2013, sarà a regime entro sette anni e si basa su tre punti forti del sistema di istruzione. Il primo è la formazione dei docenti, che fanno studi destinati specificamente all’insegnamento, sono selezionati e ben pagati. Il secondo è il coinvolgimento delle comunità e dei territori, che è continuo. Il terzo è l’innovazione in progress, che va a geometria variabile grazie alle autonomie, ma allo stesso tempo può contare sulla stabilità nelle politiche educative. Possono cambiare, insomma, i governi, ma non la politica dell’istruzione”. E non è cosa di poco conto.