“Un Piano che non è stato neppure concordato con l’Anci regionale e che, sotto il profilo tecnico-giuridico e di gestione, presenta numerose criticità e incognite. A cominciare dai vincoli di obbligatorietà che il Governo intende far valere nei confronti delle Amministrazioni locali”. E’ questa la prima valutazione espressa dall’assessore regionale alle Politiche sociali, Manuela Lanzarin, in rappresentanza della Giunta regionale e del presidente Zaia al Tavolo di coordinamento convocato dal prefetto di Venezia con i rappresentanti delle Prefetture venete, dell’Anci, del Comune di Venezia e con il capo dipartimento del Viminale per l’Immigrazione, Mario Morcone, collegato in videoconferenza, che ha illustrato il Piano governativo per suddividere i richiedenti asilo in tutte le regioni, in quota proporzionale al riparto del fondo donazionale per le Politiche sociali. “Al prefetto Morcone, ai prefetti veneti e ai sindaci dell’Anci – ha aggiunto Lanzarin – ho fatto presente che il Veneto ha già dato e sta continuando a dare in termini di accoglienza. Con 517.000 immigrati residenti e integrati, pari al 10,4% della popolazione e quasi 30.000 migranti arrivati a seguito di sbarchi ed esodi. Il Veneto è la terza regione in Italia per numero di presenze straniere, alle spalle di Lombardia e Sicilia. I dati del Ministero e delle Prefetture smentiscono i luoghi comuni: qui in Veneto non facciamo barricate, siamo una regione accogliente. Ma pretendiamo di sapere chi accogliamo e con quale progetto di vita. Non intendiamo avallare in alcun modo l’attuale gestione caotica, improvvisata e fallimentare dell’emergenza profughi, né nuove misure impositive. La riproposizione della distribuzione coercitiva e capillare dei migranti in base ad un parametro numerico senza garanzie, senza aver rivisto la nostra legislazione in materia di asilo e immigrazione, senza un piano europeo di ricollocamento e in assenza di accordi bilaterali per il rimpatrio di chi non ha diritto allo status di rifugiato, rappresenta un’ulteriore ‘bomba’ per il tessuto sociale e la sicurezza del Paese”. Cosa farà il Viminale con le Amministrazioni che hanno dissentito rispetto al Piano di accoglienza diffusa o che non riusciranno a farsi carico della quota obbligatoria assegnata? Il 19 gennaio a Roma vi sarà un confronto tra i governatori delle Regioni e il ministro dell’Interno, Marco Minniti per dare risposta a questo e ad altri quesiti.