Secondo un’indagine dell’Eurobarometro pubblicata la scorsa settimana, il 69% dei cittadini europei pensa che le misure d’integrazione siano un investimento necessario nel lungo periodo.
Un’analoga percentuale considera l’integrazione un processo bidirezionale per i migranti e per le società ospitanti. Ma è oltre un italiano su 2 (il 51%) a ritenere l’immigrazione più un problema che un’opportunità e un’analoga percentuale, il 55%, si esprime dicendo che l’integrazione non funziona affatto.
Il sondaggio rileva che i cittadini europei sono tendenzialmente d’accordo sui principali fattori che potrebbero prevenire le migrazioni o facilitare l’integrazione, così come riguardo alle misure politiche che sostengono l’inclusione partendo dall’offerta dei corsi di lingua ai programmi d’integrazione obbligatori, dalle misure volte a facilitare l’accesso al mercato del lavoro allo sport come volano d’inserimento per i più giovani.
Stando all’indagine dell’Eurobarometro circa il 60% degli intervistati interagisce quotidianamente con persone immigrate, mentre è il 40% di essi ad avere amici o familiari tra gli stessi migranti.
La maggioranza del campione, sentito in tutti gli Stati membri, sostiene che l’Ue svolga un ruolo fondamentale in termini d’integrazione e che offra un particolare valore aggiunto con la condivisione delle migliori pratiche, la promozione della cooperazione tra i soggetti coinvolti, il sostegno finanziario.
E nel quadro migratorio d’insieme, solo una piccola percentuale tra gli intervistati ritiene di essere ben informata su questi specifici temi.
Gran parte dei cittadini europei tende, infine, a sopravvalutare la presenza dei migranti nel proprio Paese: in 19 Stati membri, infatti, la quota effettiva di immigrati extra Ue corrisponde alla metà, o addirittura meno, a quella stimata.