Portare l’accesso a internet gratis in tutte le città europee entro il 2020 è uno degli obiettivi per lo sviluppo delle telecomunicazioni nell’Unione. La Commissione Europea punta a “dotare ogni villaggio e ogni città europee di accesso internet wireless gratis, intorno ai principali centri della vita pubblica, entro il 2020”. Lo ha detto ieri il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, durante il suo discorso sullo stato dell’Unione a Strasburgo. “Le tecnologie e comunicazioni digitali – ha continuato Juncker – stanno entrando in tutti gli aspetti della vita. Tutto quello che serve è l’accesso all’Internet ad alta velocità. Dobbiamo essere connessi, ne hanno bisogno le nostre economie e la nostra gente. Dobbiamo investire in quel know-how. Oggi la Commissione propone una riforma del mercato delle telecomunicazioni: vogliamo creare un nuovo quadro legislativo che consenta di investire in connettività”.
“Le imprese – ha aggiunto Juncker – devono poter programmare i loro investimenti in Europa per i prossimi vent’anni. Se gli europei investono in nuove reti e servizi, significa almeno 1,3 mln di posti di lavoro nel prossimo decennio. Tutti ne beneficeranno: per questo la Commissione Europea propone il 5G (nella telefonia mobile, tecnologie e standard di quinta generazione, che permettono prestazioni e velocità superiori al 4G, ndr) in tutta l’Europa entro il 2025. Ciò ha la potenzialità di creare altri 2 mln di posti di lavoro nell’Ue”.
Nel pacchetto presentato ci sono anche dei riferimenti alla riforma del copyright, che darà agli editori più diritti sugli articoli pubblicati online e che offrirà una maggior scelta di film e musica ai consumatori, pur restando il divieto di abbonarsi a servizi fuori dal proprio Paese. Con le nuove regole Ue i distributori audiovisivi potranno trasmettere e rendere disponibili online i film, le serie tv o la musica in tutti i paesi Ue in cui sono presenti, grazie a un nuovo sistema più semplice di negoziazione unica e collettiva dei diritti. Inoltre verranno aiutati musei e istituzioni culturali a rendere disponibile al di là delle frontiere lavori ormai fuori commercio ma ancora protetti dai diritti d’autore. Le piattaforme come Youtube, invece, dovranno mettere in piedi un sistema per identificare se i video caricati online rispettano o meno il diritto d’autore, sino a rimuoverli se necessario.
Gli editori si vedono poi riconosciuti i diritti ancillari come quelli che già esistono per produttori cinematografici e musicali, che daranno loro più forza negoziale per ricevere una remunerazione per gli articoli rilanciati o riutilizzati da motori di ricerca o aggregatori di notizie come Google News. Viene inoltre introdotto l’obbligo per editori e produttori di notificare ad artisti e autori dei profitti realizzati con il loro lavoro, oltre a un meccanismo per aiutarle questi ultimi a negoziare con i primi.
“Quello che è importante in questo testo è che viene chiaramente dichiarato che i link non sono tassati né lo saranno mai in futuro”, in quanto si tratta di “una delle libertà di base” di internet. Così il vicepresidente della Commissione Ue al mercato unico digitale Andrus Ansip sulle voci che gli utenti dovranno pagare l’utilizzo dei link su internet in seguito alle nuove norme Ue se gli editori si faranno pagare i diritti da piattaforme come Google News. “Per me”, ha aggiunto Ansip, “resta comunque abbastanza difficile capire perché gli editori non hanno mai avuto i loro diritti riconosciuti sui loro contenuti quando invece produttori cinematografici e musicali sì”. Le nuove regole Ue colmano quindi questo gap.