La Commissione europea ha rivolto un vero e proprio encomio all’Italia sulle strategie adottate di gestione dei rifiuti. A essere elogiata è stata, in particolare, la gestione dei rifiuti organici di Milano, portata come esempio del virtuoso processo anaerobico nel trattamento dei rifiuti biodegradabili, a conferma dell’eccellenza tutta italiana in questo settore.
“Questa valutazione ci riempie di orgoglio e dimostra la qualità delle nostre politiche sulla valorizzazione del rifiuto – ha detto il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti”. “Finalmente il nostro Paese può guardare con fiducia al futuro. Noi continueremo a lavorare con grande impegno ad un piano industriale del Paese da qui al 2030, fondamentale per il rilancio dell’economia. Bisogna proseguire sulla strada degli incentivi – ha concluso Galletti – per il passaggio da un’economia lineare a una circolare e in quest’ottica è centrale il ruolo di rifiuto che, da problema diventa risorsa. Un’opportunità per creare nuovi posti di lavoro in un settore in cui il nostro Paese è sicuramente un’eccellenza a livello globale”.
L’Ue, in un comunicato sul ruolo del “waste-to-energy”, sottolinea i diversi procedimenti di recupero dell’energia dai rifiuti, fornendo indirizzi agli Stati membri al fine di programmare in maniera ottimale il recupero, limitando il rischio di eccessivo incenerimento. A questo riguardo, però, la Commissione europea non include la prevenzione tra i fattori primari per una corretta programmazione, menzionando tuttavia il ricorso all’esportazione dei rifiuti verso Paesi che hanno una sovraccapacità d’incenerimento come la Svezia, la Danimarca, i Paesi Bassi, l’Austria, la Finlandia ed il Belgio. In riferimento alla plastica, la Commissione europea evidenzia che il ricorso allo smaltimento e all’incenerimento è ancora troppo elevato e sarà perciò necessario un impegno maggiore per aumentarne la riciclabilità.
Guardando al futuro insomma la nuova sensibilità dovrà portarci a pensare che, in definitiva, i rifiuti non esistono. I componenti biologici e tecnici di un prodotto sono pensati con il presupposto di adattarsi all’interno di un ciclo progettato per il riutilizzo. I nutrienti biologici sono atossici e possono essere semplicemente compostati. I nutrienti tecnici come polimeri, leghe e altri materiali artificiali, sono invece progettati per essere utilizzati nuovamente con un dispendio di energia minimo.