Le PMI italiane sono indietro sulle attività specialistiche di digitalizzazione, si confermano tra le migliori per adozione di cloud computing (61,4%, 45,2% media Ue27) e fatturazione elettronica (97,5% contro una media europea del 38,6%), ma sono arretrate sull’adozione dell’AI e la condivisione dei dati con i fornitori. Il 47,9% delle PMI (48,7% le europee) utilizza 1 software gestionale e solo il 13,6% condivide i dati elettronicamente con i fornitori o i clienti all’interno della catena di approvvigionamento (23,5% la media Ue). La mancanza di competenze frena l’adozione delle tecnologie di Intelligenza Artificiale ed è un ostacolo per il 55% delle imprese che ne hanno preso in considerazione l’utilizzo senza adottarle.
Questa è la fotografia scattata dal Rapporto “Imprese e ICT 2023” dell’Istat, che ha analizzato la posizione delle PMI italiane rispetto all’adozione delle tecnologie digitali.
Nell’e-commerce le PMI procedono a piccoli passi, nel 2023 nelle vendite online non migliora la quota di PMI, ma aumentano i valori scambiati: stabile al 13% la quota di PMI che ha effettuato vendite online per l’1% del fatturato totale, mentre passa dal 17% del 2022 al 18,5% la quota di PMI attive nell’e-commerce che hanno realizzato online il 15,5% dei ricavi totali (13% nel 2022). Complessivamente il 19% delle imprese con 10 addetti ha effettuato vendite online fatturando il 17,7% del fatturato totale, rispettivamente 22,9% e 18% a livello Ue27.
Il valore totale delle vendite online si realizza per il 37,9% nel settore energetico, per il 26,7% nel settore manifatturiero e per il 24,7% nel comparto del commercio. Il 52,9% del valore online proviene da vendite delle imprese di maggiori dimensioni e il 47% dalle PMI, ciò mitiga la distanza registrata nell’anno 2022 (60% e 40%). Nella composizione delle imprese che vendono online si confermano quelle appartenenti al commercio all’ingrosso (15,5%) e al dettaglio (14%), all’alloggio (11,6%) e alla ristorazione (11,2%).
Tra le imprese italiane con 10 addetti che vendono via web, il 74% utilizza canali e siti web propri o del gruppo di appartenenza, il 57% (42% in Ue27) si affida a piattaforme online. Quest’ultimo dato è in calo rispetto agli ultimi 2 anni (62% nel 2022 e 63% nel 2021 contro una media Ue27 del 44,4% e 44,7%) anche se l’Italia figura tra i primi 3 Paesi per utilizzo di intermediari per le vendite via web dopo Lituania e Polonia; le imprese che vendono via web si rivolgono nell’88% ai consumatori come clienti finali e nel 61% alle imprese. Nel 2023, il 74% delle imprese con 10 addetti ha dichiarato di avere un sito web, (92% per le grandi imprese), ma solo il 16% offre la possibilità di effettuare ordinazioni o prenotazioni online pur disponendo nel 31% di contenuti web in altre lingue.
Nelle relazioni online con la clientela, il 57% delle imprese utilizza social media, la quota si riduce al 28% nel caso di quelle che scelgono 2 social media e appena il 7% dispone di 1 app mobile per i clienti (ad es. programmi fedeltà, e-commerce, assistenza clienti).Nel 2023, il 5% delle imprese con 10 addetti utilizza 1 delle 7 tecnologie d’Intelligenza Artificiale analizzate, un passo indietro per le imprese con 50-99 addetti che si attestano al 5,6% (9% nel 2022), stabile la quota del 24% delle grandi imprese.
Dall’analisi delle tecnologie AI utilizzate per attività economica si evidenzia il 23,6% tra le imprese attive nell’informatica (16,9% nel 2021), il 13% delle telecomunicazioni (18% nel 2022) e l’11% delle attività di produzione cinematografica, video e programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore.
Tra le imprese che utilizzano AI, le tecnologie più comuni riguardano l’automatizzazione di flussi di lavoro attraverso software robot (40%, dal 30% del 2022), l’estrazione di conoscenza e informazione da documenti di testo (39% era al 37%) e la conversione della lingua parlata in formati leggibili da dispositivi informatici attraverso tecnologie di riconoscimento vocale (31%).
L’analisi dei dati attraverso l’apprendimento automatico (machine learning, deep learning, reti neurali) è la tecnologia maggiormente utilizzata dalle grandi imprese che utilizzano l’AI (51,9%); gli ambiti aziendali sono:
- processi di produzione, la manutenzione predittiva o il controllo qualità della produzione (39%, fino al 52,5% nel settore manifatturiero)
- funzione di marketing o vendite, funzioni di assistenza ai clienti o campagne promozionali personalizzate (33%, al 41% nel settore dei servizi)
- sicurezza informatica (23%, al 50% nel settore dell’energia)
- attività di ricerca e sviluppo (R&S) o innovazione per analizzare dati, sviluppare un prodotto/servizio nuovo o migliorato (21%)
Il Rapporto Istat analizza anche il mancato utilizzo delle tecnologie di AI da parte delle imprese, il 4% (15,3% tra le grandi). Tra gli ostacoli riscontrati la mancanza di competenze, i costi alti (49%) e l’indisponibilità o la scarsa qualità dei dati necessari per l’utilizzo delle tecnologie (45%), mentre l’inutilità dell’applicazione delle tecnologie AI è indicata dal 14% delle imprese.
Fonte: ISTAT