Si è chiuso l’evento on line di presentazione del Rapporto “Nidi e servizi educativi per l’infanzia, stato dell’arte, criticità e sviluppi del sistema educativo integrato”, frutto dell’accordo di collaborazione triennale stipulato a fine 2018 tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche della Famiglia – l’Istat e l’Università Ca’ Foscari Venezia.
Hanno aperto i lavori il Presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo, il Capo Dipartimento per le Politiche della Famiglia Ilaria Antonini e il Rettore dell’Università Ca’ Foscari Venezia Michele Bugliesi. A conclusione dell’evento è poi intervenuta Elena Bonetti, Ministra per le pari opportunità e la famiglia e Presidente dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza.
Il Rapporto propone per la prima volta una lettura integrata di diverse fonti informative di natura amministrativa e statistica per restituire un quadro conoscitivo-analitico sul tema dei servizi per la prima infanzia e, più in generale, sul sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni.
Lo studio si completa con una raccolta ragionata della documentazione normativa e amministrativa che testimonia l’impegno delle regioni e delle province autonome nel percorso di attuazione del “sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni”, di cui alla Legge n.107/2015, al Decreto legislativo n. 65/2017 e al successivo Piano di azione nazionale pluriennale per la promozione del Sistema integrato di educazione e di istruzione.
Per quanto riguarda i dati la spesa media a carico delle famiglie che si avvalgono degli asili nido pubblici o privati in Italia, è di circa 2.000 euro l’anno e a fronte di una tale spesa a poterselo permettere sono le famiglie con un reddito mediamente più alto, quelle più povere e disagiate, non riescono a mandare i figli al nido. Quindi oltre alla mappa geografica, “sulla possibilità di fruizione dei servizi educativi per la prima infanzia pesa anche un vincolo di natura economica, poiché il costo dei servizi non è esiguo e può essere non sostenibile per le famiglie a basso reddito e a rischio di povertà”.
I costi degli asili nido – sottolinea l’Istat – contribuiscono a selezionare i bambini che accedono al servizio dal punto di vista del reddito familiare. Infatti, il reddito netto delle famiglie che usufruiscono del nido risulta mediamente più alto di quello delle famiglie con figli di età compresa fra 0 e 2 anni che non frequentano il nido: 40.092 euro annui contro 34.572 euro.
In particolare – spiega l’Istituto nazionale di statistica – ordinando la popolazione in cinque gruppi per livello crescente di reddito, l’utilizzo del nido risulta decisamente più basso per il primo gruppo, composto dalle famiglie più povere, al cui interno solo il 13,4% dei bambini fruisce del servizio. Tale valore sale al 23,5% nel secondo quinto, cresce in misura molto più contenuta nel terzo (24,8%) e nel quarto gruppo (25,9%) e di nuovo in misura più consistente nella fascia più alta di reddito (31,2%). (Segue)
Ha coordinato il webinar il prof. Stefano Campostrini Dipartimento di Economia dell’Università Ca’Foscari.
“Il Rapporto sui servizi educativi per l’Infanzia presentato oggi – sottolinea la Ministra Bonetti – ci restituisce un quadro chiaro della situazione nel nostro Paese e offre ulteriori elementi per strutturare politiche che diano risposte di stabilità alle famiglie e accompagnino i bambini nel loro percorso di crescita in una fase importantissima quale è quella della prima infanzia. Aumentare l’offerta educativa e ridurre il gap che esiste tra i vari territori è una direttrice su cui abbiamo investito nell’ultima legge di bilancio e investiamo strutturalmente nel Family Act, con una progettualità integrata e multidimensionale che guarda ai bisogni reali del Paese nella loro complessità e attiva le energie e il sostegno delle comunità intorno alle famiglie. Una dimensione di stabilità e di fiducia è ciò che occorre per ritrovare collettivamente un senso di futuro e lo studio oggi presentato è ulteriore conferma della direzione da dare alle nostre politiche”.
“La statistica ufficiale si è arricchita negli ultimi anni di nuovi strumenti informativi, frutto della condivisione e della collaborazione tra Istituzioni, amministrazioni centrali, regionali, enti locali e mondo della ricerca -dichiara il Presidente Blangiardo -. Ne è un esempio l’impegno per consolidare l’indagine sui servizi educativi per l’infanzia al fine di fornire informazioni più tempestive e rispondenti alle esigenze di monitoraggio e di valutazione delle politiche. Occasioni come quella offerta da questo Rapporto costituiscono preziosi momenti di confronto con attori specializzati, alla cui domanda d’informazioni e di conoscenza siamo costantemente chiamati a rispondere”
“L’elaborazione di un piano di sviluppo per i servizi educativi della prima infanzia rappresenta un tema di enorme rilievo per il Paese, cui l’Università Ca’ Foscari partecipa con la piena consapevolezza del ruolo sempre più attivo che l’università deve saper assumere a favore di un’azione in cui coesistano l’eccellenza scientifica e la capacità di incidere con efficacia nel contesto sociale e a sostegno delle scelte dei decisori politici- aggiunge il Rettore Bugliesi – L’accordo inter-istituzionale che ci vede impegnati è uno degli elementi qualificanti di un percorso intrapreso da tempo e nel quale intendiamo investire con impegno e convinzione. Il mio ringraziamento, a nome di Ca’ Foscari, va a tutti gli interpreti dell’eccellente lavoro di cui dà conto il Rapporto del primo anno di attività.”
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