Siamo il Paese delle grandi opere. Alcune realizzate. Ma tante, troppe, ancora incompiute. Secondo gli ultimi dati del ministero dei Trasporti, sono 647 quelle iniziate e che ancora aspettano di essere inaugurate. Oltre ai soldi già spesi, ne servirebbero tanti altri per completarle. Raccordi stradali, dighe, ponti, scuole. Tutti cantieri bloccati, anche da molti decenni: da Nord a Sud, non c’è Regione che si salvi da un elenco di lavori rimasti a metà.
In questo panorama il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo (MIBAC) hanno siglato un accordo volto a valorizzare le opere pubbliche mai completate situate nelle città metropolitane e nei comuni capoluogo di provincia. Obiettivo dell’intervento è quello di verificare, con le risorse a disposizione, la possibilità di recuperare beni presenti nell’Anagrafe delle opere incompiute, eventualmente destinandoli a usi diversi da quelli originariamente previsti, purché compatibili e conformi alle normative vigenti.
Realizzata grazie all’azione congiunta di MIT, Regioni e Province autonome con la collaborazione di ITACA (Istituto per la trasparenza, l’aggiornamento e la certificazione degli appalti, nato nel 1996 su proposta delle stesse Regioni), l’Anagrafe delle opere pubbliche, lo ricordiamo, è il risultato dei dati regolamente inseriti dalle amministrazioni titolari dei procedimenti sull’apposito sito tramite il SIMOI (Sistema informatico di monitoraggio delle opere incompiute).
In termini di risorse da investire, l’accordo prevede di attingere dal fondo istituito nello stato di previsione del Mef per assicurare il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, includendo tra i vari investimenti anche quelli relativi alla riqualificazione urbana e per la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia.
L’accordo rappresenta un punto di incontro delle azioni portate avanti sia dal Mibac che dal Mit per promuovere, attraverso la realizzazione di progetti ad hoc, interventi di riqualificazione urbanistica estesi ad un più ampio contesto di sviluppo sostenibile nei quartieri periferici in cui si trovano queste opere.
Il Mit, in particolare, metterà a disposizione i dati e le informazioni presenti nella banca dati del Sistema Informativo di Monitoraggio delle Opere Incompiute (SIMOI) e fornirà il supporto al Mibac, tramite le competenti Strutture ministeriali, qualora si rendessero necessari ulteriori approfondimenti.