E’ stato presentato a Roma il Rapporto Excelsior 2018 di Unioncamere – Anpal, che mette l’accento sulla discrepanza tra la domanda di lavoro espressa dalle imprese e l’offerta presente sul mercato. Uno squilibrio che lo scorso anno ha riguardato il 26% degli oltre 4,5 milioni di contratti di lavoro che il sistema produttivo aveva intenzione di stipulare, 5 punti percentuali in più del 2017. Questo in particolare al Nord, dove il mercato del lavoro è più competitivo e dove risulta difficile trovare specialisti di saldatura elettrica, agenti assicurativi, elettrotecnici, ma anche insegnanti di lingue, analisti e progettisti di software. Al Sud non va certo meglio, visto che le difficoltà di reperimento riguardano circa un lavoratore su cinque. Del milione e 267mila contratti per i quali le imprese si sono dette orientate preferibilmente verso gli under 30, il 28% è ritenuto non facile da trovare, con punte del 62% per gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche, del 45% per i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione e del 43% per gli operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche.
Il gap riguarda quasi il 40% dei 265mila profili di dirigenti, professioni intellettuali, scientifiche e a elevata specializzazione ricercate lo scorso anno dalle imprese. Quasi la stessa difficoltà di reperimento interessa anche le 603mila entrate di profili tecnici e le 697mila di operai specializzati. Il disequilibrio domanda offerta di lavoro interessa poi il 26,5% dei 649mila conduttori di impianti, il 22,1% del milione e 238mila profili qualificati nelle attività commerciali e nei servizi, il 19,5% dei 400mila impiegati. Solo il 12,1% delle 701mila professioni non qualificate risulta invece difficile da reperire.
Tra i primi 30 profili desueti, 19 riguardano professioni tecniche nell’ambito industriale (elettrotecnici, tecnici elettronici, tecnici meccanici) e nell’ambito dei servizi (agenti assicurativi, tecnici programmatori, agenti immobiliari). Nella filiera dell’elettronica e informatica si concentra poi una significativa richiesta di figure non facilmente reperibili sul mercato a diversi livelli di specializzazione (ingegneri elettrotecnici, analisti e progettisti di software, elettrotecnici, tecnici elettronici, installatori, manutentori e riparatori di apparecchiature informatiche, specialisti di saldatura elettrica).
“Anche quest’anno, Il Rapporto Excelsior mostra che in Italia c’è un forte disallineamento tra domanda e offerta di lavoro – ha detto il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli – Lo sviluppo tecnologico sta incidendo anche sulle competenze richieste ai lavoratori: in futuro ad oltre 9 profili su 10 sarà associata la richiesta di competenze digitali. A questo si aggiunge la crescente ricerca di profili qualificati. Occorre far collaborare tutti i soggetti coinvolti per migliorare la qualità dei servizi di istruzione, formazione e lavoro. Le Camere di commercio possono garantire, attraverso il Sistema informativo Excelsior e il Registro delle imprese, un’informazione corretta, aggiornata, puntuale e tempestiva sia sul mercato del lavoro sia sul tessuto produttivo”.
Per il 2018, le imprese dell’industria e dei servizi hanno programmato circa 4.554.000 entrate, in aumento dell’11% rispetto al 2017. Maggiore anche la richiesta di un’esperienza lavorativa pregressa, che lo scorso anno si è attestata al 67,2%, in aumento di tre punti percentuali rispetto al 2017. Unioncamere fa presente che le crescenti difficoltà di reperimento emerse nel 2018 si legano anche ad alcuni cambiamenti nella struttura dei fabbisogni occupazionali delle imprese, come la tendenza all’incremento della richiesta di profili professionali altamente qualificati. Il Rapporto evidenzia infatti un aumento del fabbisogno di dirigenti, specialisti e tecnici, che raggiunge il 19% del totale delle entrate programmate (era il 17,5% nel 2017), con una diminuzione di 3 punti percentuali della quota di ingressi destinati alle occupazioni non qualificate, che si attesta al 15%. Sempre più importante è inoltre il possesso di competenze legate al mondo del digitale e in materia di ecosostenibilità.
Utilizzo del digitale, di linguaggi, metodi matematici e informatici sono fattori essenziali per più di una assunzione su due. In particolare, il possesso di competenze digitali viene richiesto a quasi il 60% delle figure professionali, ma la competenza è richiesta con grado elevato al 62,5% delle professioni specialistiche, al 58% dei dirigenti, al 53,9% delle professioni tecniche e al 49% degli impiegati. La capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici viene ritenuta necessaria invece per il 51% delle entrate programmate. Le quote più rilevanti in termini di richiesta di grado elevato si riscontrano per i 51,3% delle entrate dei dirigenti e per il 50,3% di quelle di professioni specializzate. A seguire le professioni tecniche (37,5%) e gli impiegati (29,1%). Minore incidenza (36,3%) ha invece la ricerca di profili professionali capaci di applicare tecnologie “4.0”. Questa competenza viene richiesta – con grado elevato – al 31,8% delle assunzioni di professioni specialistiche, al 31,4% di dirigenti e al 24,2% delle professioni tecniche. Particolarmente alta è poi la quota di figure per cui è stata indicata come necessaria l’attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale. Questa indicazione si riferisce a quasi l‘80% delle entrate programmate, con una scarsa variabilità tra i grandi gruppi professionali (con un massimo del 90% per i dirigenti e con un minimo del 73% per le professioni non qualificate).