Il nostro tempo è segnato dalla schizofrenia e dal conflitto, forse più di quanto lo fossero precedenti epoche. Non si tratta di un pregiudizio ideologico, bensì di un dato empiricamente verificabile sotto diversi aspetti e in molteplici situazioni. Prendete, ad esempio, l’Europa. Molti reclamano più Europa per fronteggiare le sfide che incombono, altri invece raccomandano maggiore sovranità nazionale. Una divaricazione che attraversa trasversalmente il Vecchio Continente destabilizzando la coesione sociale e politica dei popoli, per non parlare di ciò che accade all’interno degli Stati membri della Ue. Un caso per tutti: l’approccio delle varie amministrazioni nazionali nei confronti del gioco d’azzardo e delle connesse ludopatie. In Italia è in corso una crociata da parte dei Comuni contro le sale da gioco e le slot, ritenute responsabili della corruzione dei minori e della distruzione delle famiglie, gettate sul lastrico dai giocatori patologici. Guardate, invece, cosa succede in Germania, nella celebrata terra dell’efficienza teutonica.
L’industria degli apparecchi da intrattenimento è diventata oggi per la Repubblica federale tedesca una delle più importanti fonti di gettito per le casse comunali. E’ quanto rivela uno ricerca sull’industria dell’apparecchio da gioco riferito al mercato del 2017 e alle prospettive nel biennio 2018-2019. L’indagine conferma che le slot a vincita limitata sono ormai una voce essenziale della tassazione a livello municipale. Secondo lo studio, nel 2017 risultavano installate 255.000 machine da gioco nel territorio nazionale, con un fatturato netto di oltre sei miliardi di euro. In totale 1,8 miliardi di euro sono stati detratti direttamente dall’imposta sul valore aggiunto, dall’imposta sul divertimento e dalla tassa commerciale. Compresi i produttori di attrezzature e i fornitori di servizi specifici del settore, comprese le imposte sul reddito e i contributi di sicurezza sociale, un carico fiscale totale di 2,5 miliardi di euro è stato sopportato dall’industria nel suo complesso. La tassa sui divertimenti, ovvero una imposta che i gestori versano direttamente alle municipalità come tassa governativa, ha superato per la prima volta il miliardo di euro.
Soprattutto nelle regioni economicamente deboli della Germania – affermano gli autori della ricerca – l’industria delle slot, con i suoi 70.000 dipendenti e i corrispondenti pagamenti delle imposte, è diventata un importante pilastro dell’imposta municipale. Con le tasse versate, che vanno a beneficio delle comunità locali, vengono finanziate le scuole materne, i centri di riabilitazione e le strutture di assistenza per minori. Ricordiamo che la regolamentazione del settore dei giochi in Germania si fonda su una legge fondamentale (Grundsgesetz) che attribuisce ai Lander la potestà legislativa in materia di lotterie, scommesse sportive e casinò, mentre per le scommesse ippiche e per le macchine da gioco esterne ai casinò sussiste la competenza generale della Federazione. Questa ripartizione è dovuta al fatto che in Germania il gioco d’azzardo è ricondotto alla disciplina dell’ordine pubblico, con la conseguenza di attribuirne la competenza regolatoria a ciascun Lander. Si consideri, ad esempio, che i casinò facenti parte della rete fisica, in molti land, ottengono la licenza e vengono controllati dai rispettivi Ministeri dell’interno, mentre gli apparecchi collocati nelle sale da gioco locali sono controllati dagli uffici comunali. A differenza dell’Italia, in Germania sugli gli apparecchi installati viene applicata una tassa comunale. Un approccio da valutare e da recepire come best practice anche da noi o una prospettiva da contrastare con determinazione? Il dibattio è aperto. Agli amministratori locali del Belpaese l’ultima parola.