L’intelligenza artificiale si sta rafforzando sempre più come leva strategica per la trasformazione digitale delle imprese italiane, con il 46 per cento degli intervistati che dichiara di utilizzare strumenti di Ia sul lavoro, un dato in netto aumento rispetto al 12 per cento registrato lo scorso anno. E’ quanto emerge dalla seconda edizione studio “EY Italy Ia Barometer” realizzato da EY, che ha coinvolto oltre 4900 intervistati provenienti da 9 Paesi europei, di cui 539 professionisti di imprese italiane in diversi settori.
L’uso dell’Ia in Italia è trainato principalmente da applicazioni che migliorano la produttività individuale, come la scrittura di testi (60 per cento), gli assistenti vocali (47 per cento) e i chatbot (40 per cento). Tuttavia, la sicurezza e la protezione dei dati (53 per cento), la user experience (40 per cento) e i costi (32,5 per cento) restano i principali fattori di interesse per gli utenti.
La maggior parte dei lavoratori ha già compreso che il successo futuro passerà dalle competenze in ambito Ia: il 64 per cento, infatti, sta investendo nella propria formazione sull’argomento, sia privatamente (26 per cento) sia professionalmente (22 per cento), entrambi il 16 per cento. In quest’area, l’Italia presenta la quota in percentuale più alta sul campione europeo, seguita da Spagna e Germania. L’esperienza diretta con l’Ia si conferma un fattore chiave per una maggiore comprensione e accettazione della tecnologia: tra chi utilizza attivamente l’Ia (77 per cento), prevale un atteggiamento positivo e consapevole, mentre tra chi non la utilizza (23 per cento) emergono incertezza e timori, spesso legati a una conoscenza superficiale.
Infine, l’Ia sta generando benefici tangibili in molteplici ambiti, contribuendo sia alla riduzione dei costi sia all’aumento dei ricavi. I settori che ne traggono il maggiore vantaggio includono l’energia e le risorse e lo sport, dove la totalità degli operatori segnala un impatto positivo. Anche il settore bancario, dei mercati dei capitali e dei servizi finanziari mostra un’adozione significativa, con l’88 per cento che riconosce miglioramenti tangibili. L’industria manifatturiera avanzata (80 per cento) e il settore scientifico (75 per cento) seguono da vicino, confermando come l’Ia stia diventando un motore strategico di trasformazione e competitività in contesti sempre più diversificati.