Se rivoluzione deve essere che rivoluzione sia. Non solo nei numeri ma anche nella geografia della dinamicità imprenditoriale. Tra le certezze che il digitale ci obbliga a rivedere c’è anche quella, consolidata, che vede nel Mezzogiorno i vagoni di un treno appesantito che viene trainato dalla locomotiva delle regioni del Nord. Negli ultimi sei mesi, infatti, in Campania, Sicilia e Puglia le imprese digitali – quelle dedite alla produzione di software, consulenza informatica, elaborazione dati, portali web – sono cresciute ad un ritmo maggiore rispetto alle regioni settentrionale. In particolare in Campania le imprese digitali sono cresciute del triplo rispetto al Piemonte. Staccate del 10% Veneto, Toscana, Emilia Romagna e Lombardia”. Così si legge nel focus Censis Confcooperative “4.0 la scelta di chi già lavora nel futuro” presentato a Roma.
In testa al treno dell’innovazione c’è, dunque, la locomotiva del Mezzogiorno. Campania, Sicilia e Puglia sono infatti tra le prime quattro regioni italiane in cui negli ultimi 6 anni c’è stata la maggiore crescita di imprese digitali. Il focus Censis smentisce il luogo comune che vede il Sud indietro rispetto alle regioni del Nord anche nello sviluppo delle tecnologie digitali. Il report punta l’attenzione specialmente sul successo della Campania, la regione d’Italia in cui dal 2011 al 2017 il numero di imprese è cresciuto di più rispetto a tutte le altre (con un aumento del 26,3%, percentuale tripla rispetto al 9,1% del Piemonte), staccando del 10% Veneto, Toscana, Emilia Romagna e Lombardia.
“La ricerca ci dice che alcune regioni del Mezzogiorno hanno tassi di crescita delle imprese digitali enormemente superiori alle classiche aziende che sono state sempre locomotive del sistema tradizionale”, conferma il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini aggiungendo “vedere che in Campania, Sicilia e Puglia il numero di imprese digitali cresce più che in Lombardia, Veneto e Piemonte è qualcosa a cui non siamo preparati, ma si tratta evidentemente di un’opportunità positiva che aiuta a ricomporre anche un’equità e una coesione all’interno del paese”. Lo studio spiega che le imprese digitali sono, ad esempio, quelle dedite alla produzione di software, consulenza informatica, elaborazione dati, hosting, portali web, erogazione di servizi di accesso a Internet e altre attività connesse a telecomunicazioni e commercio al dettaglio attraverso la Rete. Tra il 2011 e il 2017, la crescita maggiore di queste imprese si è riscontrata appunto in Campania con un incremento del 26,3%, subito dopo in Sicilia con il 25,3%, poi nel Lazio con il 25,1% e in Puglia con il 24,2%. Tutti dati che confermano come i processi di sviluppo basati sul digitale trovano terreno fertile anche in aree spesso ai margini della dinamica economica e produttiva intesa in senso tradizionale. Anche spostando il confronto dalle regioni alle macro aree il risultato non cambia, negli ultimi sei anni infatti, il Mezzogiorno resta quello con il più alto tasso di crescita di imprese digitali: +21,9%, seguito dal Centro con un incremento del 20,7%, mentre al Nord si osserva un’estensione della base produttiva del 14%, conclude lo studio Censis Confcooperative.