“Accoglienza e integrazione” sono il mantra che Governo e forze politiche (la maggior parte) reiterano come unica possibile soluzione per la gestione corretta dell’immigrazione. Al di là delle mistificazioni e della propaganda di maniera, qual è lo stato dell’arte effettivo del fenomeno? Una prima ricognizione utile l’effettua il quotidiano La Stampa su dati del Viminale. Complessivamente, risulta che su 7978 Comuni italiani, 3291 dispongono di strutture per l’accoglienza, la parte restante non ne hanno. I Comuni che accolgono richiedenti asilo sono comunque aumentati del 59,8% (si sono aggiunte 1321 amministrazioni); le strutture sono aumentate del 92,9% (da 5.186 a 10.006); la capienza è cresciuta del 109% (da 94.533 posti a 197.607); e anche il numero di ospiti è salito, dell’88,4% (da 98.769 a 186.112). Questo potenziamento ha migliorato le condizioni dell’accoglienza. Nel 2016 c’erano 4236 richiedenti asilo in più rispetto ai posti letto a disposizione, mentre nel 2017 avanzavano ancora 11.495 posti. Quando la situazione era più critica dal punto di vista degli sbarchi (181.436 persone contro le 119.369 del 2017), il Ministero dell’interno varò un piano che prevedeva una distribuzione più equa dei migranti, evitando così le concentrazioni nelle grandi città. L’obiettivo era 2,5 richiedenti asilo ogni mille abitanti. E’ stata rispettata la quota? Nel 2016 solo il 58% dei Comuni che accoglievano erano sotto questa quota. Nel 2017 siamo saliti al 68,8% dei Comuni. La situazione è disomogenea in tutta l’Italia. Nel Veneto, per esempio, la maggioranza dei Comuni è al di sotto (solo il 49% la supera). Ma è l’unico caso. Ci sono invece regioni dove nella stragrande maggioranza dei casi questo tetto viene superato: nel Molise è il 98,1% dei Comuni con strutture di accoglienza, in Basilicata l’89% e in Abruzzo l’83,3%.
Se non prendiamo come parametro i confini geografici, ma il numero di persone, in Italia la media è di un richiedente asilo ogni 325 persone. Nei Comuni che accolgono, invece, la media è un richiedente asilo ogni 100 abitanti. L’iniziativa governativa volta a incentivare la partecipazione dei Comuni alle attività di accoglienza sembra dare i suoi frutti – segnala La Stampa – nonostante le resistenze frapposte da alcune amministrazioni locali. Tuttavia, la solidarietà cambia da regione a regione. La valle d’Aosta, ad esempio, ha meno Comuni che accolgono (17,6%), seguita dalla Sardegna (17,8%). All’opposto, troviamo la Toscana (84% dei Comuni) e l’Emilia Romagna (75,4%). Il Comune più solidale d’Italia è Valleve, in provincia di Bergamo, che ospita 86 richiedenti asilo su una popolazione di 133 abitanti. Tra il 2016 e il 2017, a fronte dei 1321 Comuni che sono entrati nel programma di accoglienza, 89 hanno deciso di uscirne e di non accogliere più.