“La lunga incertezza normativa che ha caratterizzato il regime della riscossione locale – scrive l’Anci – non ha certo favorito l’evoluzione del settore verso sentieri di maggior funzionalità e trasparenza”. Di qui la richiesta di una “sollecita ripresa del confronto” con il Governo al fine di “attivare misure ordinamentali e di riorganizzazione in grado di delineare un sistema efficace ed economicamente sostenibile”.
Entrando nel merito, l’Anci auspica che venga rafforzato l’ambito d’intervento della costituenda Agenzia delle Entrate-Riscossione, sebbene riconosca che essa potrà acquisire affidamenti da parte dei Comuni in materia di riscossione volontaria e coattiva in sostanziale continuità con l’azione esercitata da Equitalia.
Le richieste dell’Associazione, tuttavia, vanno oltre concentrandosi soprattutto sulla necessità di potenziare la capacità operativa degli enti locali, sia che gestiscano direttamente (in forma associata o tramite società in house) l’attività di riscossione, sia che si avvalgano dell’operato di soggetti privati e pubblici abilitati. E’ inoltre urgente – sottolinea l’Anci – una revisione dell’ingiunzione fiscale, principale strumento a disposizione dei Comuni per la riscossione coattiva.
Ulteriori raccomandazioni caldeggiate dai vertici dell’Associazione riguardano la necessità di migliorare e potenziare l’accesso dei Comuni alle informazioni indispensabili per l’esercizio dell’attività di riscossione, utilizzando la modalità telematica ed eliminando così le “asimmetrie esistenti tra Comune e Agente della riscossione” in tutte le fasi del processo (formazione degli atti, verifica dello stato patrimoniale del debitore, procedure esecutive).