Il Po è una straordinaria, potenziale, risorsa turistica, soprattutto oggi che gli spostamenti di prossimità e verso destinazioni meno note e poco affollate costituiscono una tendenza in rapido consolidamento. Il Centro Studi del Touring Club Italiano ha dedicato al Grande Fiume una ricerca sulla community Tci residente in Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto per dare il proprio contributo alla valorizzazione di un territorio così importante e sottovalutato. La presentazione “Il turismo fluviale per lo sviluppo sostenibile. I dati del primo Osservatorio Touring sul Po” si terrà in occasione di Bit Digital, con Meuccio Berselli, segretario generale Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, Matteo Montebelli, responsabile analisi e ricerche Centro Studi Touring Club Italiano, Claudia Sorlini, vicepresidente Fondazione Cariplo. Fiume dal grande fascino e fama, nel suo bacino gravitano 3.200 Comuni, 7 regioni e una provincia autonoma per una superficie complessiva di circa 75mila chilometri quadrati nella quale vive il 27% della popolazione italiana e dove si produce il 40% del Pil nazionale. Secondo quanto emerge dalla ricerca del Touring Club Italiano gli elementi identificativi dell’immagine del Grande Fiume hanno a che fare con la dimensione geografica, legata al Delta (23%) e alla Pianura padana (21%), e con le principali città (14%) che si affacciano sulle sponde del fiume (Torino, Piacenza, Cremona e Ferrara). Sono poco conosciute, invece, le riserve Unesco “Man and the Biosphere” (3%) presenti lungo il corso del Po. Sul Grande Fiume è già stata la stragrande maggioranza dei rispondenti (87%), mentre solo una minoranza (13%) non lo conosce direttamente. L’esperienza sul Po è legata prevalentemente a una visita in giornata (53%) mentre il 34% riferisce di aver trascorso sul territorio una vacanza vera e propria, anche breve.
Il primato spetta al Delta, con il 35% di preferenze, che si conferma l’area più frequentata dai rispondenti mentre quella che lo è di meno (15%) è l’alto Po, l’ampio tratto di fiume compreso tra le sorgenti sul Monviso e la confluenza con il Ticino vicino a Pavia. L’esperienza più comune sui territori del Grande Fiume è rappresentata, secondo la community Touring, dal mangiare in un ristorante, in un agriturismo o in una trattoria tipica del Po (19%), poi dalla visita alle principali città che si affacciano sul Po (18%): Torino, Piacenza, Cremona e Ferrara. Seguono borghi e castelli (15%) e le crociere fluviali (10%). Dalla ricerca emerge chiaramente che l’esperienza legata alla scoperta del Po è complessivamente positiva: il paesaggio è valutato – su una scala da 1 a 3 – con il massimo punteggio (3) e anche ristorazione ed enogastronomia ricevono ottimi voti (2,8). Hanno giudizi buoni l’accoglienza di operatori e residenti (2,6), il rapporto qualità/prezzo (2,5) e le strutture ricettive (2,4). La principale criticità è la disponibilità d’informazioni relative al territorio (2,1). Di cosa avrebbe bisogno il Po per attrarre più turisti secondo la Community Touring? Di promuoversi di più (32%), magari con un portale unitario (25%) che possa rendere semplice e immediato il reperimento delle informazioni sulle cose da fare e di possibili proposte e pacchetti di esperienze (25%) e colmare così le più evidenti lacune che sembrano caratterizzare oggi l’offerta turistica del Grande Fiume.