Diversi sindaci hanno partecipato qualche giorno fa a Bruxelles, all’ “Summit dei Sindaci sul futuro dell’Europa, per affrontare il crescente populismo e euroscetticismo”, un appuntamento promosso dall’organizzazione che riunisce le più grandi città europee per affrontare i grandi temi al centro dell’agenda politica europea: dalle cause dell’avanzata populista alla crescita dell’Euroscetticismo. A 60 anni dal trattato di Roma, che ha istituito la Comunità economica europea, il dibattito ha rappresentato un’opportunità per discutere di come l’Europa, lavorando in sinergia con le città e con i cittadini, possa diventare più forte, efficace e democratica.
A confrontarsi sull’argomento, insieme primi cittadini Firenze, Bologna, Venezia, i sindaci di 11 grandi città: Georgios Kaminis di Atene, Judith Blake di Leeds, Paweł Adamowicz di Danzica, Peter Kurz di Mannheim, Zoran Janković di Lubiana, Dario Nardella, di Firenze, Phil Bale di Cardiff, Daniel Termont di Gand.
Alla tavola rotonda hanno partecipato anche Corina Crețu, Commissaria europea per le Politiche regionali, l’europarlamentare Jan Olbrycht e il giornalista del Financial Times Arthur Beesley.
I sindaci europei, dunque, fanno squadra contro il populismo e l’euroscetticismo. Eurocities, l’organizzazione che comprende più di 140 centri urbani in 30 Stati, ha riunito qualche nella sede del Comitato delle Regioni Ue decine di sindaci europei per interrogarsi sul futuro dell’Unione in vista del 60mo anniversario dei Trattati di Roma. Fra i sindaci presenti anche quelli di Firenze, Dario Nardella, Venezia, Luigi Brugnaro, e Bologna, Virginio Merola.
“Un modo per rafforzare la fiducia nell’Europa tra i cittadini è quello di promuovere un nuovo modo per decidere come spendere i fondi Ue”, grazie a una “amministrazione condivisa” che coinvolga associazioni e quartieri, è la ricetta portata a Bruxelles dal sindaco di Bologna Virginio Merola. “È sempre meglio discutere apertamente con i propri sfidanti”, cioè le forze populiste, “senza demonizzare nessuno”, ha avvertito il vicepresidente della Commissione Ue, Jyrki Katainen.
“Il confronto in atto in Europa è ideologico”, è la tesi del primo vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, secondo il quale è necessario puntare su maggiore “ottimismo” e sullo sviluppo delle aree rurali, non solo delle città. La commissaria alla Politica Regionale, Corina Cretu, ha evidenziato che “sottovalutare” la retorica populista è stato il più grande errore commesso in passato dalle istituzioni Ue e ora bisogna concentrarsi sul “comunicare meglio” ciò che l’Europa fa per migliorare la vita dei cittadini.
“Sin da piccolo – ha esordito il sindaco Brugnaro – sono un europeista convinto. Penso che l’Europa rappresenti un grande sogno che però si è realizzato a metà. Forse è arrivato il momento di fare qualche doverosa autocritica. Nel corso di questa tavola rotonda si è sentito parlare spesso di populismi e nazionalismi – ha aggiunto il primo cittadino. La domanda che bisognerebbe porsi è perché questi movimenti abbiano così tanto seguito e perché ci sia così tanto interesse a criticare scelte che l’Europa non è stata capace di fare in forma politica”.
L’intervento del sindaco Nardella si è incentrato su gli investimenti europei e le strategie per contrastare il populismo e l’euroscetticismo crescenti. Il sindaco ha portato l’esperienza di Firenze e di come gli investimenti sono utilizzati in città.