A Bruxelles, i ministri europei sono stati chiamati a dare il primo via libera al Programma Quadro per la ricerca e l’innovazione in Europa 2021-2027. Il nuovo programma, Horizon Europe, consoliderà i risultati e il successo del precedente piano (Horizon 2020) e consentirà all’Ue di restare in prima linea in un ambito così importante. Molte le novità. Sarà infatti istituito un referente unico per portare dal laboratorio al mercato le più promettenti tecnologie ad alto potenziale e rivoluzionarie aiutando le startup e le imprese più innovative a sviluppare le proprie idee. Il nuovo Consiglio europeo dell’innovazione (Cei) contribuirà ad individuare e finanziare le innovazioni ad alto rischio e in rapida evoluzione che hanno forti potenzialità di creare nuovi mercati; la Commissione avvierà nuove missioni con obiettivi audaci e ambiziosi e un forte valore aggiunto europeo per affrontare i problemi che incidono sulla nostra vita quotidiana, dalla lotta contro il cancro ai trasporti puliti o alla rimozione della plastica dagli oceani; sarà raddoppiato il sostegno fornito agli Stati membri in ritardo con gli sforzi per mettere a frutto il loro potenziale nazionale di ricerca e innovazione; il principio della “scienza aperta” diventerà il modus operandi di Horizon Europe, che richiederà il libero accesso alle pubblicazioni e ai dati, il che consentirà la diffusione sul mercato e rafforzerà il potenziale di innovazione dei risultati generati dai finanziamenti dell’Ue; verrà ottimizzato il numero di partenariati finanziati in collaborazione con partner come l’industria, la società civile e le fondazioni di finanziamento, al fine di aumentare l’efficacia e l’impatto nel conseguimento delle priorità d’intervento dell’Europa.
“E’ un Programma che, per importanza e impostazione, è profondamente diverso da quelli che l’hanno preceduto – ha detto il viceministro Miur, Lorenzo Fioramonti – perché per la società europea, per il sistema della ricerca, e in realtà per l’umanità intera, il decennio dal 2020 al 2030 sarà decisivo: o ci si mette d’impegno per il conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo sostenibile approvati dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, oppure si rischierà un regresso pericoloso e senza precedenti. Se non si interviene presto ed efficacemente, vi è il concreto rischio che solo una frazione minoritaria della società possa domani usufruire dei benefici dell’innovazione, escludendo da essi la maggioranza, con immaginabili, fosche conseguenze in termini di coesione e pace sociale. Non solo: la frequenza di fenomeni catastrofici, come quelli che hanno colpito nelle ultime settimane il nostro Paese, è destinata ineluttabilmente ad aumentare. Per questo – ha aggiunto Fioramonti – abbiamo apprezzato l’idea di introdurre nel Programma Quadro Orizzonte Europa obiettivi molto concreti e di grande impatto su questioni assolutamente prioritarie, benché finora non sempre prese in giusta considerazione”.
Il Miur ha intanto condotto una consultazione pubblica tra i ‘professionisti della ricerca’ (Università, Enti di ricerca), e fra amministratori, sistema produttivo e associazioni di categoria, per identificare meglio quali siano, per l’Italia, le priorità.
“La consultazione avviata in Italia è un esempio unico in Europa – ha spiegato il viceministro -. Abbiamo trasmesso alla Commissione europea i risultati di questa consultazione e finora ci sembra che la Commissione non abbia dato al nostro contributo il peso che meriterebbe Di questo si sono accorti i presidenti di alcuni fra i maggiori Enti di Ricerca nazionali, nonché i presidenti della Conferenza dei Rettori e dell’Accademia dei Lincei, che hanno inviato al Miur un appello affinché le priorità riconosciute dal Paese, ed in particolare il tema della riduzione dei rischi di disastri naturali, siano tradotte in issues concrete da inserire nel Programma Quadro. A tal proposito mi impegno personalmente – ha tenuto a sottolineare Fioramonti – in rappresentanza del Governo Italiano, a promuovere con forza questa richiesta al tavolo di Bruxelles in occasione del prossimo Consiglio dei ministri, a nome dei cittadini e dei ricercatori italiani, facendo tutto quanto serva affinché l’Ue ci ascolti, faccia tesoro del buon lavoro svolto e corregga il tiro rispetto alle politiche ambientali, di sviluppo e di adeguamento dei programmi di innovazione ai nuovi standard imposti dai mutamenti della realtà a noi contemporanea”.
Sulla base del successo dell’esperienza di Horizon 2020, il nuovo Programma Quadro continuerà a sostenere l’eccellenza scientifica in Europa con un nuovo approccio basato sulle mission per cercare di raggiungere risultati sempre migliori da un punto di vista sociale, politico ed economico.