Più di 150 delegati da 21 paesi del Mediterraneo e dell’Unione Europea, tutte le parti contraenti la Convenzione di Barcellona, si sono dati appuntamento ad Atene per decidere sui problemi chiave ambientali legati alle aree marine e costiere della regione. Ospitato dal governo greco, questo incontro di 4 giorni (dal 9 al 12 febbraio) delle Nazioni Unite porterà alla discussione e adozione di strategie per tutto il bacino, tra le quali la Strategia Mediterranea per lo Sviluppo Sostenibile 2016-2025, la strategia di medio termine per il Mediterranean Action Plan (MAP) per i prossimi 6 anni, più altre azioni chiavi nel campo dell’offshore, inquinamento, biodiversità, gestione delle aree costiere e adattamento ai cambiamenti climatici.
L’incontro è stato aperto da Mehmet Birpinar, presidente dell’Ufficio per la Convenzione di Barcellona, che nel suo discorso ha messo in evidenza i risultati ottenuti durante i due anni della Presidenza turca. Sottolineando il miglioramento degli adempimenti da parte dei paesi ha poi dichiarato: “abbiamo ancora bisogno di ulteriori progressi in questo settore. Sono sicuro che saremo tutti d’accordo sul fatto che un pieno adempimento debba essere raggiunto”.
L’incontro fa seguito all’Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030 dell’anno scorso e agli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati al summit delle Nazioni Unite di settembre 2015 e a quello sui cambiamenti climatici di Parigi a dicembre 2015. Il sottosegretario generale delle Nazioni Unite e direttore esecutivo dell’Unep, Achim Steiner, si è rivolto ai partecipanti con un messaggio registrato, in cui ha sottolineato un record di cui essere orgogliosi relativo alla Convenzione di Barcellona, unico strumento legale vincolante che riguarda la Gestione dell’eccezionale ecosistema del Mediterraneo.
Steiner ha sottolineato come “l’anno 2015 abbia inaugurato una nuova traiettoria con l’incontro di New York e l’adozione degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (SDGs), oltre al summit di Parigi sui cambiamenti climatici”, confermando che la Convenzione di Barcellona ricoprirà un ruolo chiave nel raggiungimento di questi obiettivi, per quanto riguarda il Mediterraneo.
Steiner ha poi aggiunto come “la Convenzione di Barcellona continui ad essere il simbolo di un tentativo non solo di creare strumenti attraverso una traiettoria di punti, in particolare per quanto riguarda I problemi legati all’inquinamento, ma di come si vogliano davvero mettere insieme i paesi e unirli intorno alla Gestione di un ecosistema condiviso”.
Il piano d’azione per il Mediterraneo (Map) è stato adottato nel 1975 dai paesi mediterranei e dalla Comunità europea, sotto l’egida del Programma mari regionali delle nazioni unite, per monitorare e proteggere l’ambiente marino del Mediterraneo dalle minacce di inquinamento, garantendo nel contempo lo sviluppo integrato delle risorse del bacino naturale, sulla base della cooperazione multilaterale.
Nel 1976, i paesi del Mediterraneo e la Comunità europea hanno adottato la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mar Mediterraneo dall’inquinamento, come base giuridica per la cooperazione internazionale nella protezione dell’ambiente mediterraneo. L’incontro ad Atene, dunque, coincide con il 40esimo anniversario del Piano di azione per il Mediterraneo – Convenzione di Barcellona.
Il prossimo biennio, ha affermato Gaetano Leone, coordinatore dell’Unep / Map, “avrà un focus principale su due linee di azione. Una è quella di sostenere i paesi nella realizzazione dell’ambizioso programma discusso in questa COP, direttamente e tramite partnership e collaborazioni più forti, l’altra è di lavorare per un monitoraggio più rigoroso e integrato e verso un maggiore sviluppo della rendicontazione ambientale, in modo che si possa essere in grado di valutare l’impatto della nostra azione nel Mediterraneo in modo sistematico. Questo anche al fine di garantire l’uso efficace ed efficiente delle nostre risorse umane e finanziarie in futuro “.