E’ stato firmato a Palazzo Chigi il memorandum d’intesa con il presidente Gentiloni, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti e l’Alleanza contro la povertà, sul reddito di inclusione. L’accordo è frutto di una collaborazione che delinea precisi impegni sugli interventi da realizzare in attuazione della Legge delega per il contrasto alla povertà. Un contributo mensile che potrà arrivare fino ad un massimo di 485 euro. Sette i punti d’intesa raggiunti, che nello specifico riguardano: i criteri di accesso dei beneficiari (superamento dell’utilizzo esclusivo dell’Isee del richiedente; affiancamento di una soglia di accesso legata al reddito disponibile). Criteri per stabilire l’importo del beneficio, differenziato in base al reddito disponibile, commisurato al numero dei componenti del nucleo familiare.
Meccanismi per evitare la “trappola” della povertà dove il beneficio è definito in modo da evitare disincentivi al lavoro; l’obiettivo è costruire una misura effettivamente inclusiva e non uno strumento che spinga le persone a rimanere inattive. Finanziamento dei servizi per l’inclusione con la previsione di affiancare al contributo economico un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa realizzato attraverso il finanziamento strutturale dei servizi di inclusione sociale connessi al Rei. Affiancamento ai territori e supporto tecnico attraverso una struttura nazionale permanente. Monitoraggio, raccolta di dati e definizione degli indicatori per la verifica dell’efficacia. Forma di gestione del reddito di inclusione con la promozione della gestione associata dei servizi sociali da parte dei Comuni.
Per il presidente Gentiloni questo è “Un primo risultato che va rivendicato con forza, poiché si tratta di un impegno per la dignità di 2 milioni di persone”. Per Roberto Rossini, portavoce dell’Alleanza della povertà, si tratta di “Una fase che inaugura un nuovo modo di pensare all’intervento pubblico in tema di povertà”. Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti, ha invece osservato che questo rappresenta “Un vero passaggio culturale, avendo messo insieme tante associazioni con una testa diversa, rinunciando alle proprie posizioni per realizzare un disegno condiviso. Affrontare il tema della povertà non è semplice, bisogna ammetterla, prenderne coscienza, accettare che è una condizione della vita di una parte importante della società che segnala limiti nel modo di vivere”.