Confrontare e valorizzare riforme, progetti e, soprattutto, i “risultati di salute” dei sistemi sanitari e sociosanitari di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lombardia, e, in prospettiva, anche delle Province Autonome di Trento e Bolzano e delle Regioni, Piemonte e Liguria . E’ questo l’obiettivo della “Carta di Cortina”, presentata sabato 24 giugno dai presidenti di Federsanità Anci Friuli Venezia Giulia, Giuseppe Napoli; Veneto, Francesco Lunghi, e Lombardia, Antonio Mobilia, al termine dell’intensa due giorni sul tema svolta, appunto, a Cortina.
Nell’occasione sono intervenuti dirigenti ed esperti delle Regioni e Province del Nord Est e delle Aziende Sanitarie, insieme ad amministratori locali, al presidente nazionale di Federsanità Anci, Angelo Lino Del Favero; al vice presidente vicario Anci, con delega per la Salute, Roberto Pella; e alla vice presidente della III Commissione del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Renata Bagatin.
Molto interesse ha suscitato anche la tavola rotonda del primo giorno “La gestione dell’urgenza/ emergenza” in montagna” alla quale sono intervenuti i direttori delle Centrali operative 118 delle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia e delle Province Autonome di Trento e Bolzano.
Dopo i saluti del Sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina, il presidente nazionale di Federsanità Anci, Angelo Lino Del Favero (Direttore Istituto Superiore di Sanità) ha valutato positivamente i risultati delle diverse riforme del Ssr in corso di attuazione nelle regioni e province del Nord Est e allo stesso tempo, in considerazione dei fenomeni strategici quali l’allungamento della durata della vita media, l’aumento delle patologie cronico degenerative e gli elevati costi dei nuovi farmaci e tecnologie, ha auspicato il massimo impegno per investire sulla salute e la sostenibilità del sistema sanitario universalistico, “un patrimonio fondamentale – ha dichiarato – per tutte le persone”. A tal fine, Del Favero ha invitato manager ed esperti di sanità a dare priorità ai “risultati di salute” in termini qualitativi (medio periodo) e non più solo quantitativi, peraltro già ottimali in quest’area.
I sistemi sanitari regionali costituiscono, infatti, oltre che un forte presidio per la Salute anche un volano per l’occupazione e la valorizzazione dei territori – come hanno testimoniato i direttori generali – e, insieme ai Comuni, una garanzia di equità sociale per le “fasce più fragili” della popolazione. Peraltro, nel Nord Est e nel Nord Italia in generale, i dati dei risultati di salute sono in linea con quelli dei più avanzati Paesi del Nord Europa.
“La salute è un bene comune”, per questo occorre pensare alle città come “promotrici di stili di vita salutari”, ha ricordato Roberto Pella, vicepresidente vicario dell’Anci nazionale, che su questi temi sta diffondendo il parere approvato dalla sessione plenaria del Comitato delle Regioni dell’UE (11 maggio 2017).
Negli interventi del direttore centrale Salute del Friuli Venezia Giulia, Adriano Marcolongo e della programmazione sanitaria della Regione Veneto, Claudio Pilerci, sono stati evidenziati i vantaggi per i cittadini della riorganizzazione dei Sistemi Sanitari Regionali che, in sintesi, mirano a semplificare i percorsi e l’accesso ai servizi, nonché favorire l’integrazione e il rafforzamento dei servizi sociosanitari sul territorio.
Un percorso che nel Nord Est si sta realizzando nel segno dell’efficienza e della continuità delle cure, insieme ai professionisti (medici di medicina generale), agli Enti locali e alle associazioni per relazionarsi in modo efficace con il territorio, come hanno testimoniato i numerosi e qualificati direttori generali intervenuti.
Il prossimo incontro delle federazioni di Federsanità Anci di Veneto, Lombardia e e Friuli Venezia Giulia e delle altre federazioni regionali del Nord Italia è già stato programmato per il 6 ottobre a Milano su un tema di grande attualità.