Le farmacie rurali operano in situazioni molto, molto difficili. In quei piccoli centri, dove spesso è complicato perfino trovare un carabiniere o un parroco, talvolta manca anche il medico, attratto dalle opportunità lavorative della città. Ma se chi abita in quel paesino ha un’esigenza o un dubbio relativo al suo stato di salute, a chi può rivolgersi? Ovviamente al farmacista.
Salvaguardare le aree montane dallo spopolamento, dunque, e assicurare ai residenti i servizi essenziali, a partire da quelli sanitari. Questi i principali obiettivi del protocollo d’intesa siglato ieri a Roma da Federfarma-Sunifar, che rappresenta le 6.700 farmacie dislocate nei comuni con meno di 5.000 abitanti, e Uncem, l’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani.
Rurale è quella farmacia ubicata in Comuni, frazioni o centri abitati con popolazione non superiore ai 5.000 abitanti. Se la popolazione è inferiore alle 3.000 unità, la farmacia è classificata come rurale sussidiata.
Il protocollo impegna le due Associazioni a sollecitare interventi volti a promuovere la presenza di attività economiche e di servizi socio-sanitari accessibili ed efficienti nei piccoli comuni montani, per garantire standard di vita dignitosi ai loro abitanti tutto l’anno e non solo durante la stagione turistica. In particolare, sarà adottata ogni possibile iniziativa per garantire nei centri montani la presenza continuativa dell’ambulatorio medico e per mettere le piccole farmacie in condizione di continuare ad erogare il servizio farmaceutico e ampliare le prestazioni offerte sul territorio. Saranno attivate campagne congiunte di prevenzione ed educazione alla salute su temi di stretto interesse per le popolazioni delle comunità montane, che coinvolgeranno in prima linea le farmacie.