Non si arresta la ricerca a livello internazionale di nuovi carburanti a basso impatto ambientale. Europa e Brasile, ad esempio, stanno collaborando per favorire la produzione di biocarburanti avanzati, compresi quelli per il trasporto marittimo e l’aviazione. È la mission di BECOOL, un nuovo progetto europeo (Horizon 2020) che vede l’Università di Bologna nel ruolo di leader. Tre gli obiettivi principali di questa collaborazione: individuare sistemi di colture integrati sia per la produzione alimentare che per quella energetica; identificare sistemi logistici avanzati per la filiera dei biocarburanti; ottimizzare i processi di trasformazione biochimica e termochimica delle biomasse. Sfide che il team guidato dall’Alma Mater affronterà in sinergia con gli animatori di BIOVALUE, progetto brasiliano che si occupa degli stessi temi.
Dopo essere stato presentato a Stoccolma in occasione della European Biomass Conference & Exhibition, BECOOL – annuncia l’ateneo – arriva al suo kick-off meeting il 28 e 29 giugno presso l’Università di Bologna. “La domanda crescente di biocarburanti rappresenta una sfida importante per l’Unione Europea – spiega il docente Unibo Andrea Monti, coordinatore del progetto – che deve fare i conti con precisi e ambiziosi obiettivi economici, politici, sociali e ambientali. Il Brasile ha obiettivi altrettanto ambiziosi e una più solida tradizione nel settore dei biocarburanti. La stretta collaborazione fra Europa e Brasile è allora determinante per raggiungere i livelli di innovazione necessari al conseguimento degli obiettivi attesi”.
In Europa, i biocarburanti sono soprattutto ricavati da cereali, ma la loro sostituzione con biomasse lignocellulosiche è alle porte. Per arrivare all’utilizzo di colture innovative, non ancora presenti nei tradizionali avvicendamenti colturali, è necessario però mettere a punto adeguate tecniche agronomiche e pensare a sistemi logistici di nuova concezione. Su questo si concentra il progetto BECOOL, che punta a proporre nuove soluzioni per integrare le produzioni alimentari tradizionali con i biocarburanti in modo equilibrato e sostenibile. Altro aspetto di grande interesse, poi, è lo sviluppo di processi innovativi di conversione delle biomasse in biocarburante, basati sull’integrazione fra processi termochimici e biochimici.
“I carburanti tradizionali contribuiscono per un quinto all’emissione globale di gas serra”, conclude Andrea Monti. “Sviluppare biocarburanti alternativi e rinnovabili è dunque una concreta e significativa opportunità per ridurre le emissioni in atmosfera e, al tempo stesso, la dipendenza dell’Europa da fonti fossili”.