Cresce l’offerta per formare nuovi esperti nell’ambito del risparmio energetico con una richiesta sempre maggiore nei settori del terziario e dell’industria. L’energy manager ha il compito di individuare soluzioni innovative per ottimizzare i costi energetici. Una nuova professione che in molte aziende sta prendendo piede per la gestione delle pratiche sostenibili. A fare il punto sul tema è la Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia (Fire), che nel report relativo agli energy manager redatto insieme al Centro studi di Avvenia (società del gruppo Terna operante nel settore dell’efficienza energetica) ha rilevato un’esponenziale crescita nel settore dell’efficienza energetica sia per quanto riguarda le opportunità occupazionali che per l’offerta formativa.
“Studiando i dati relativi alle specifiche categorie di tecnico del risparmio energetico e delle energie rinnovabili e quello ancor più specifico dell’ingegnere energetico, ne esce un ritratto estremamente puntuale in merito agli attuali livelli di occupazione e alle skills più rilevanti”. A sottolinearlo la stessa Avvenia, analizzando i dati Inapp e Istat sulle professioni “green” più innovative, inquadrandole nella prospettiva di un’economia sempre più circolare e sostenibile.
“Nel campo delle rinnovabili e del risparmio energetico – hanno detto gli esperti di Avvenia in riferimento ai dati Istat presenti nel Sistema informativo sulle professioni – in Italia oggi ci sono circa 6.000 occupati, con una netta prevalenza di uomini (94%), sotto i 40 anni di età per la maggior parte (53%) e lavoratori dipendenti nel 70% dei casi. Un ambito lavorativo giovane e per i giovani, con molte carte da giocarsi nell’ambito della green economy, nell’ormai assodato cambio di paradigma che vede come obiettivo non tanto il mero risparmio della risorsa energetica, bensì la sua efficiente gestione. Le competenze individuate sino al 2030 faranno sì che il tecnico dell’efficienza energetica sia in grado di occuparsi di processi di efficientamento energetico in ambito industriale, presso enti pubblici e nell’edilizia civile. Centrale sarà dunque il suo ruolo nell’edilizia sostenibile, mentre sul piano della preparazione pratica dovrà conoscere la specifica materia di diagnosi energetica”.
“Nell’ambito delle professioni energetiche – hanno concluso i ricercatori di Avvenia – si sta ritagliando uno spazio sempre più considerevole anche quella dell’energy manager, che acquisirà sempre più rilevanza a livello mondiale. Gli ultimi dati Fire, la Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia, ci dicono che nel 2017 sono 2.315 quelli nominati – 1.564 da soggetti obbligati e 751 dai non obbligati – con una crescita del 6% in 4 anni per i soggetti obbligati e dell’11% in 15 anni, includendo anche le nomine di soggetti non obbligati”. In molte aziende sta prendendo sempre più piede l’esperto in gestione dell’energia, elemento centrale di un vero e proprio team che si occupa delle gestione delle problematiche energetiche.