Con un emendamento approvato il 31 luglio dall’Aula del Senato, il decreto Ministeri mette in campo lo snellimento di diverse procedure, a cominciare da quelle che regolano l’assegnazione delle risorse che rientrano nel Fondo unico per l’edilizia scolastica, la principale fonte d’investimento in materia. Vengono così rese omogenee tutte le procedure di finanziamento, con criteri di riparto delle risorse trasparenti e definiti a monte in un unico Accordo quadro, senza necessità di dover moltiplicare poi i decreti sulle singole linee di finanziamento. Semplificato anche il criterio per la definizione della Programmazione triennale nazionale, con meno decreti interministeriali che finora hanno di fatto appesantito le procedure e ritardato le autorizzazioni anche di diversi mesi.
“Con le semplificazioni approvate nell’ambito del decreto legge Ministeri, il Governo dà un segnale importante e concreto sull’edilizia scolastica – ha detto il titolare del Miur, Marco Bussetti – Stiamo dimostrando con i fatti che per noi la sicurezza dei nostri ragazzi è una priorità: le norme approvate consentiranno di spendere più velocemente e in modo più efficiente le risorse che abbiamo già a disposizione. Stiamo lavorando nella direzione della massima semplificazione – ha sottolineato il ministro – Occorre ripensare integralmente la governance del sistema. Per questo ho promosso, d’intesa con il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, la costituzione di un Tavolo tecnico tra Stato, Regioni ed Enti locali. Il Tavolo sta lavorando al perfezionamento di un Accordo quadro in Conferenza Unificata che presenteremo nelle prossime settimane per ridurre ulteriormente gli adempimenti burocratici e tagliare i tempi necessari per l’assegnazione delle risorse agli Enti locali, proprietari degli edifici scolastici”.
Su questo sfondo si inscrive la richiesta del presidente dell’Anci, Antonio Decaro, e del presidente dell’Upi, Achille Variati, che in una lettera inviata al ministro dell’Economia, Giovanni Tria, al titolare dell’Istruzione, Marco Bussetti, e degli Affari Regionali, Erika Stefani, sottolineano come sullo sblocco del riparto del fondo per le verifiche relative alla valutazione del rischio sismico e alla progettazione di vari interventi si sia pronunciato anche il Consiglio di Stato, considerandolo legittimo e ricordano come con il decreto 21 dicembre 2017 siano stati individuati i 1.150 Comuni beneficiari degli iniziative di messa in sicurezza e di adeguamento simico, fissando il termine di 18 mesi dalla pubblicazione del provvedimento sulla Gazzetta ufficiale per le progettazioni esecutive e per le aggiudicazioni provvisorie. Tuttavia “a distanza di sette mesi dal decreto, gli Enti locali sono ancora in attesa dell’erogazione delle risorse che non risultano bloccate, pur non avendo ricevuto nessuna comunicazione ufficiale dai Ministeri interessati – hanno dichiarato Decaro e Variati – Alla luce dei fatti occorre completare l’iter di assegnazione delle risorse la cui mancata erogazione provoca ritardi e slittamenti non più sostenibili in un ambito così delicato per la vita delle nostre comunità”.