Riqualificare e mettere in sicurezza gli edifici scolastici è un must urgente per il Paese. Il Governo ha stanziato fondi per intervenire, ma concretamente la palla passa ora ai Comuni che devono predisporre e gestire i lavori di ristrutturazione. Nel frattempo, la fotografia dell’esistente a livello nazionale emerge dal rapporto ‘Ecosistema Scuola 2018’, realizzato da Legambiente grazie ai dati forniti dall’Anagrafe dell’edilizia scolastica e dai questionari distribuiti nei Comuni capoluogo di provincia. La XIX edizione del report mostra ancora un divario netto tra Nord e Sud del Paese. Spicca in positivo, tuttavia, il caso di Bari che si colloca al quarto posto nella top five dei Comuni italiani che hanno speso di più nel 2017 in manutenzione straordinaria, con 31.885 euro per singolo edificio scolastico. Riguardo alla manutenzione ordinaria, invece, il capoluogo Pugliese è quinto tra le prime cinque posizioni, con una spesa media per edificio di 15.254 euro. Ma non è tutto rose e fiori. Complessivamente, la città si piazza al 62esimo posto nella classifica nazionale, anche se si confermano positivi altri dati come l’impiego delle energie rinnovabili, settore nel quale Bari rientra fra le best practice insieme a Foggia e Lecce (Ben l’80,2% delle scuole pugliesi – dati sopra la media nazionale – utilizza fonti da energia rinnovabile, e, mentre il 14,5% ha implementato impianti solari termini). A ciò non corrispondono tuttavia edifici meno energivori, con una percentuale del 73,7% in classe energetica G.
“La scuola è l’ambiente in cui gli studenti trascorrono il maggior numero di ore e l’attenzione alla sua sicurezza è una priorità della nostra regione e dell’intero Paese, cui tutti hanno diritto – commenta Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – Benché i dati pugliesi mostrino un incremento della manutenzione e dell’uso di rinnovabili, resta la necessità di un programma strutturale d’interventi per l’adeguamento delle certificazioni e l’offerta dei servizi, non più rinviabile. Sebbene il 90% delle mense scolastiche serva pasti bio, delude l’utilizzo delle stoviglie monouso e i dati non pervenuti sulla raccolta differenziata. L’obiettivo è mettere a norma le scuole a ogni livello per garantire la salute e la sicurezza di operatori e studenti”.