“Nella PA al momento hanno presentato domanda 33.717 lavoratori, prevediamo che all’incirca 100.000 dipendenti pubblici aderiranno a quota 100 nel 2019. Un successo – ha dichiarato Giulia Bongiorno in una recente intervista ripresa da CorCom – L’età media dei dirigenti è di 56 anni, dei dipendenti 52. La grande trasformazione avverrà quando finalmente tutti i servizi saranno offerti digitalmente, con personale adeguatamente preparato o con giovani già pronti a questo approccio”. Si annuncia quindi una rivoluzione vera e propria che passerà attraverso il rinnovamento anagrafico e sarà gestita da una figura chiave: il Responsabile della transizione digitale. Figura prevista dal Cad (art. 17) che, a detta dello stesso Ministro, mancava quasi del tutto all’interno di una Pa “avvolta nel caos digitale”.
Nel testo di legge si attribuiva alla struttura per l’organizzazione, l’innovazione e le tecnologie – fa notare la Bongiorno – una serie di compiti di rilievo strategico, fra cui quello di analizzare la coerenza tra l’organizzazione dell’amministrazione e l’utilizzo delle tecnologie digitali, nonché di ridurre i tempi e i costi dell’azione amministrativa e anche di promuovere le iniziative attinenti all’attuazione delle direttive impartite dal Presidente del Consiglio dei Ministri o dal Ministro delegato per l’innovazione e le tecnologie. Il nuovo Cad (ovvero la versione novellata del 2016) ne definisce invece la collocazione organizzativa disponendo che, con riferimento ai compiti relativi alla transizione alla modalità digitale, il Responsabile risponda direttamente all’organo di vertice politico dell’ente (nel caso dei Comuni al Sindaco, ad esempio) o, in sua assenza, a quello amministrativo. Ciò evidenzia, sempre secondo il Ministro, la volontà del legislatore di ricondurre immediatamente al vertice dell’amministrazione la governance della transizione al digitale, da realizzarsi implementando servizi pubblici rivisitati in un’ottica innovativa rispetto alle preesistenti forme di organizzazione, che vanno di conseguenza aggiornate. Si delinea e si completa così l’azione strategica perseguita dal Governo per riformare effettivamente il sistema vetusto e farraginoso delle pubbliche amministrazioni, un tassello dopo l’altro, di cui il nuovo Piano Triennale Agid ne rappresenta la bussola principale e la leva più potente.