A quasi due anni di distanza dal sisma del 2016, la Regione Marche risponde all’emergenza puntando sulle nuove opportunità economiche e professionali offerte dalla digitalizzazione e a un modello di governance trasparente, con processi e progetti partecipati e condivisi da istituzioni, associazioni, imprese e professionisti. Nel lungo e difficile percorso di recupero dei territori colpiti, il digitale può infatti dare un contributo importante sia nella gestione dell’emergenza sia nel nella successiva fase di ricostruzione, consentendo, ad esempio, di inviare informazioni in tempo reale ai cittadini attraverso la rete informativa regionale e agevolando i rapporti fra le diverse istituzioni coinvolte nella gestione post sisma. Un territorio che adesso guarda al futuro e alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie, con programmi di investimento finalizzati all’adattamento del tessuto produttivo locale al paradigma dell’Impresa 4.0 uniti a piani di formazione professionale e di sostegno al lavoro. E’ l’istantanea della gestione delle attività post sisma nel territorio marchigiano che emerge dal Forum PA Marche, il settimo evento regionale sull’innovazione (dopo le esperienze di Lombardia, Sardegna, Toscana, Puglia e Emilia-Romagna) organizzato la scorsa settimana alla Mole Vanvitelliana di Ancona dalla Regione e da FPA, società del Gruppo Digital360.
“I numeri che rappresentano il terremoto delle Marche sono impressionanti – ha dichiarato il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli – dai cittadini coinvolti, 32 mila persone in termini di assistenza, 45 mila gli edifici danneggiati, l’insieme delle opere pubbliche e artistiche che fanno 4800: gestire un numero così importante di soggetti che interagiscono nella ricostruzione e beni da sistemare esce ampiamente dal quadro ordinario. L’infrastruttura informatica, la rete che la Regione ha scelto di sviluppare, ha aperto opportunità essenziali per gestire un fenomeno così complesso. La necessità di lavorare assieme su uno stesso oggetto dove si confrontano Comune, Provincie, Mibact e Regione, senza rete è difficile. Poter fare le scelte tra mille progetti, quali quelli prioritari e che permettono di far ripartire le attività, senza una base di dati condivisa è impossibile. Da una difficoltà estrema come il terremoto le Marche hanno sviluppato strumenti e modi di lavorare tra enti e istituzioni che possono continuare anche dopo il sisma. Una specie di spin off dal punto di vista delle attività che ci rende consapevoli di come si possa lavorare meglio, con maggior qualità e insieme utilizzando la rete e piattaforme evolute che evitano la frammentazione del dato e la difficoltà di costruirlo, aprono opportunità nel condividere gli stessi strumenti e aiutarci solidali nel percorso della ricostruzione. E’ stato fatto un lavoro ottimo – ha detto ancora Ceriscioli – la prossima tappa sarà di rendere sempre più trasparenti i dati, averli e offrirli al cittadino come protagonista della ricostruzione del proprio bene e della comunità per rendersi conto di ciò che è stato fatto e come procedono le attività e le risposte. Ci darà una dimensione diversa per interagire con la pubblica amministrazione, un metodo per lavorare in sinergia. Ottima base per gestire i problemi più evoluti in grado di affrontare la complessità del presente e continuare a dare risposte ai cittadini”.