L’auto privata tende a monopolizzare le scelte dei mezzi di trasporto ed è protagonista dell’80% degli spostamenti effettuati dai cittadini. Lo studio dell’Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti, giunto alla XIV edizione, si divide in due sezioni: la prima dedicata all’analisi della struttura e alle dinamiche della domanda di mobilità; la seconda contiene invece i focus settoriali sul trasporto pubblico locale dal lato dell’offerta, la mobilità individuale e la sharing mobility.
L’Osservatorio Audimob stima che in un giorno medio feriale gli italiani effettuino complessivamente circa 100 milioni di spostamenti per 1,2-1,4 miliardi di chilometri. Al netto delle oscillazioni cicliche, la domanda di mobilità in Italia risulta in riduzione nell’arco degli ultimi 15 anni, con maggiore accentuazione dall’inizio della crisi. Negli ultimi tre anni si è accorciata la distanza media degli spostamenti, interrompendo un trend di crescita di medio-lungo periodo (dai 9 chilometri del 2001 ai 13,8 chilometri del 2013), dovuto alla migrazione della popolazione delle maggiori aree urbane verso le periferie e i comuni limitrofi. La mobilità di corto raggio, che assorbe la quasi totalità degli spostamenti a piedi e in bicicletta (una parte di domanda pari al 20% di quella complessiva), ha quindi rafforzato nell’ultimo scorcio temporale il proprio peso, già dominante: 3 spostamenti su 4 sono inferiori ai 10 chilometri e solo 3 su 100 sono superiori ai 50 chilometri.
Seguitando a scorrere i dati del rapporto Isfort, vediamo che circa il 40% degli spostamenti effettuati dai cittadini nei giorni feriali sono occasionali (ripetuti meno di 3-4 volte in una settimana). Il modello tradizionale del pendolarismo resta quindi maggioritario, ma non spiega l’intera domanda di mobilità. Dopo la crescita registrata all’inizio di questo secolo, il peso degli spostamenti occasionali ha iniziato a declinare, seppure in maniera contenuta, a partire dall’inizio della crisi economica. L’auto in questi anni tende a monopolizzare le scelte e i mezzi di trasporto degli italiani. Considerando i soli spostamenti motorizzati, infatti, l’80 per cento sono effettuati con l’automobile, mentre l’insieme di tutti i mezzi collettivi aggrega una quota modale non superiore al 12-13 per cento. Quanto alla mobilità ecologica, ovvero agli spostamenti a piedi o in bicicletta, lo share si attesta attorno al 20% in diminuzione nel lungo periodo (anche per l’impatto dei processi di dispersione urbana e del conseguente allungamento dei viaggi dei pendolari).
Sempre dai dati del Rapporto vediamo che le autovetture circolanti in Italia sono quasi 38 milioni, in crescita nell’ultimo triennio (+2,4%). Nel 2016 il tasso di motorizzazione risulta pari a 62,4 autovetture ogni 100 abitanti: il più alto in Europa ad esclusione del Lussemburgo. Paesi con una forte tradizione di industria automobilistica, come Germania e Francia hanno infatti un indice più basso, rispettivamente di 7 e di 12 punti. Il parco delle due ruote motorizzate (motocicli e ciclomotori) si attesta a poco più di 6,5 milioni di veicoli, con un tasso di motorizzazione di 10,8 veicoli ogni 100 abitanti.
Passando alla mobilità condivisa, i dati dell’Osservatorio nazionale evidenziano il recente forte sviluppo del car sharing in Italia, in particolare sotto la spinta dell’introduzione dei modelli “a percorsi annui. I servizi a flusso libero incidono per l’84% dei veicoli, il 91% dei noleggi e il 97% dei chilometri percorsi”. Il car sharing resta tuttavia un mercato di nicchia in alcune grandi città. I numeri complessivi del car sharing nel nostro Paese (a fine 2015) sono: 5.400 veicoli, 700.000 iscritti, 6.500.000 noleggi all’anno, 50.000.000 chilometri ad altissima potenzialità. Partendo dalle stime Audimob di Isfort sui volumi giornalieri degli spostamenti in Italia, i viaggi in car sharing equivalgono come numero allo 0,2% di quelli del trasporto collettivo e allo 0,03% di quelli dell’auto privata. Se il riferimento è alla sola mobilità nelle grandi città le due quote salgono rispettivamente allo 0,5% e allo 0,23% (1,3% per quanto riguarda Milano secondo recenti indagini condotte localmente).
Dal focus valutativo sul car sharing emerge, infine, che due intervistati su tre dichiarano di conoscere questa modalità o di averne almeno sentito parlare. Il car sharing è immaginato principalmente come alternativa all’uso dell’auto di proprietà (54,5% degli intervistati), ma potrebbe erodere anche una quota non marginale di mercato del trasporto collettivo (20,6% del campione lo pone in sostituzione agli spostamenti con mezzo pubblico). Ampio l’accordo ad incentivare il servizio sia economicamente (contributi agli abbonamenti e all’acquisto di veicoli a bassa emissione, parcheggi gratuiti), sia in via regolamentare (accesso a Ztl e corsie preferenziali).
Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale della sharing mobility il bike sharing è presente in più di 184 città italiane, piccole, medie e grandi con un parco di oltre 13.000 biciclette e più di 200.000 iscritti, con Milano e Torino nelle prime posizioni. In rapporto al numero di abitanti le bici in condivisione a Milano sono 35 ogni 10.000 persone; a Torino 14 ogni 10.000; a Parigi 89, aLondra 12 ogni 10.000 persone, a Berlino 6, a Madrid 5 ogni 10.000 cittadini.