“Quella del bando periferie è diventata la nostra bandiera. Il simbolo dell’impegno e dei sacrifici che abbiamo fatto in questi mesi, insieme ai nostri concittadini, per salvare il futuro delle nostre città. Abbiamo riportato a casa i fondi che ci erano stati assegnati, anche se per arrivare all’obiettivo abbiamo dovuto rompere le relazioni con il Governo. E non l’abbiamo certo fatto a cuor leggero perché conosciamo il valore e la responsabilità di quella fascia tricolore che indossiamo. Una fascia che non ci dà i superpoteri, ma che ci investe di grandi responsabilità”. Con queste parole il presidente dell’Anci e Sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha rivendicato, in un passaggio della sua relazione alla XXXV assemblea annuale in corso alla fiera di Rimini, il successo dell’azione dell’Associazione. “Questa – ha detto Decaro – non era una battaglia dei Sindaci, ma è stata una battaglia per i diritti dei nostri concittadini. Perché quando si parla di periferie, di progetti, di emendamenti, noi non possiamo mai dimenticare che parliamo della vita delle persone. Un cantiere non è solo una procedura d’appalto. Al presidente della Repubblica, presente in sala, Decaro ha portato il saluto degli ottomila Sindaci italiani. “Siamo fieri e orgogliosi di averla al nostro fianco – ha detto – e lo siamo ancor di più perché quest’anno celebriamo i settant’anni della nostra Carta Costituzionale, di quella Costituzione che, come lei ha ricordato, rappresenta la base e la garanzia della nostra libertà, rappresenta la nostra casa comune. Le sue parole siano un monito costante per chi non sa, non ricorda o, peggio, finge di non sapere su quali valori e su quale sacrificio è nata la nostra Repubblica”.
Il presidente dell’Anci ha quindi parlato del valore e dell’importanza dei piccoli Comuni, assicurando l’unità tra amministratori che pur governano situazioni diverse. L’unità che è la forza dell’associazione. “L’Anci non è fatta di recinti o di gruppi contrapposti tra loro: piccoli contro grandi, Sud contro Nord, destra contro sinistra. Siamo tutti Sindaci e tutti responsabili dei destini delle nostre comunità. Tanti problemi delle amministrazioni più piccole sono stati al centro del nostro confronto con il Governo, a cui abbiamo chiesto di riempire di risorse e contenuti la legge Realacci”.
Decaro ha poi affrontato un’altra questione delicata: il decreto Salvini e le sue ricadute sui Comuni, soprattutto in materia di sicurezza e d’immigrazione. “Io non so se il sistema dell’accoglienza diffusa possa rappresentare una reale opportunità per i piccoli Comuni – ha detto – So per certo, però, che il Governo ha perso una grossa opportunità, approvando un decreto che tiene insieme provvedimenti in materia di sicurezza e d’immigrazione, senza alcun tipo di concertazione o di confronto, anzi senza alcun tipo di comunicazione preventiva. Questo atteggiamento ci preoccupa, inevitabilmente. E non lo dico io ma la commissione Immigrazione dell’Anci, composta da Sindaci di tutte le parti d’Italia e di tutte le forze politiche, che hanno votato all’unanimità un documento che chiede al Governo di tornare sui propri passi. Sono sempre i sindaci – ha rimarcato – a doversi misurare in maniera diretta con le ricadute di una gestione che abbandona il modello dell’accoglienza diffusa dei migranti per tornare alla concentrazione delle persone in grandi centri come i cosiddetti Cas”.
Decaro ha inoltre ricordato la proposta di legge scritta dall’Anci “Liberiamo i Sindaci” e quella per l’introduzione dell’educazione alla cittadinanza nelle scuole. Sul primo tema ha spiegato la necessità di “semplificare il quadro normativo”. Non è possibile che il sindaco di Roma Virginia Raggi abbia gli stessi strumenti normativi e amministrativi del Sindaco di Moncenisio, Bruno Perotto, che ha meno di trenta abitanti. Così come non è possibile che quest’ultimo debba provvedere con la stessa solerzia e puntualità del Sindaco di Roma agli innumerevoli, complessi e laboriosi adempimenti burocratici”.
Ancora sulle prossime sfide, “la proposta di legge sull’educazione alla cittadinanza – ha ricordato Decaro – nata a Firenze grazie all’impegno di Dario Nardella e Cristina Giachi e che l’Anci ha fatto sua, ha cominciato a camminare sulle sue gambe. I numeri ci stanno dando ragione: sta riscuotendo grande successo e l’interessamento d’insegnanti e genitori, di associazioni e di tutte le persone che lavorano insieme ai ragazzi. In tanti firmano, in tanti collaborano, ci stanno dando una mano per arrivare alle cinquantamila sottoscrizioni. Questa non è una legge che ha come obiettivo la scuola, bensì vede in quelle aule un punto di partenza”.
Sul finale Decaro ha voluto lasciare alla platea un ringraziamento speciale, richiamando il discorso “la cittadinanza della Repubblica” del presidente Theodore Rooosvelt, “L’onore spetta all’uomo che sta nell’arena, il cui viso è segnato dalla polvere, dal sudore, dal sangue; perché non c’è tentativo senza errori e manchevolezze; che nella migliore delle ipotesi conosce alla fine il trionfo delle grandi conquiste e che nella peggiore delle ipotesi se fallisce, almeno cade sapendo di aver osato. I Sindaci e gli amministratori locali sono spesso le donne e gli uomini nell’arena del nostro Paese”.