“La Pa in uno smartphone” è diventato da subito uno dei messaggi chiave del mio mandato. Ma la digitalizzazione è destinata a restare un guscio vuoto se dietro non c’è un’adeguata formazione e un cambiamento organizzativo da parte di chi lavora nel settore pubblico.
Così esordisce in un lungo post su Facebook il Ministro per la pubblica amministrazione Fabiana Dadone: “È stato molto interessante stamattina prendere parte all’evento organizzato da Inps e Sna (la Scuola nazionale dell’amministrazione) per presentare i nuovi master dedicati alla trasformazione digitale della Pubblica amministrazione. Devo ringraziare l’Istituto di previdenza e il suo presidente, Pasquale Tridico, per il grande sforzo che ha messo in campo sul fronte della formazione dei dipendenti pubblici, basti ricordare i 146 milioni di euro impegnati nel 2019. Mentre dall’altra parte dobbiamo sempre più valorizzare il ruolo di Sna, collegandola meglio alle università e immaginando, ad esempio, che il suo corso-concorso possa svolgersi ogni anno.
Il Dipartimento della Funzione Pubblica nel frattempo si è rimboccato le maniche e posso annunciarvi la messa a punto della piattaforma web che consentirà a ogni dipendente pubblico di verificare online, con agilità, il proprio know-how sui temi dell’innovazione e, in un secondo momento, di accedere a corsi on-line mirati rispetto agli specifici fabbisogni formativi emersi.
La piattaforma del Dipartimento della Funzione Pubblica così come la formazione, su cui si sta già lavorando alacremente, scaturiscono dal progetto “Competenze Digitali per la PA” e si basano sul cosiddetto “syllabus” ossia il documento in cui si elencano conoscenze e abilità di base, divise in cinque aree tematiche, necessarie ai dipendenti dello Stato per poter operare con efficienza in una Pa sempre più digitale e proiettata verso il futuro. L’idea in fondo è semplice, anche se necessita di un grande lavoro: sfruttare la velocità e la facilità del digitale per insegnare il digitale che serve alla Pubblica amministrazione.
In Italia abbiamo oltre 22mila enti e bisognerà raggiungerli tutti, fino al Comune più piccolo e sperduto, nel modo più diretto possibile. Ecco perché, partendo dalla completezza del syllabus, abbiamo deciso di avvalerci di soggetti facilitatori, pubblici e privati, che lo stanno via via acquisendo come set formativo di base e che hanno la possibilità di coinvolgere in modo ramificato le varie propaggini della Pa.
Il Dipartimento della Funzione Pubblica ha già rapporti avviati in tal senso con lo stesso Inps, Inail, Unioncamere e a breve chiameremo in causa, tra gli altri, anche Anci, la Conferenza delle Regioni così come altri soggetti privati che vorranno fornire il loro contributo per veicolare al meglio i nostri strumenti formativi in tutte le amministrazioni, persino le più periferiche.
Si tratta di un tema decisivo per la modernizzazione, la sostenibilità e l’efficienza della macchina pubblica. Una sfida dalla quale passa pure buona parte della competitività dell’intero sistema Paese. Noi ci siamo! Seguiteci anche su www.competenzedigitali.gov.it”.