Il Ministro della PA Fabiana Dadone è intervenuta oggi a Roma alla presentazione della Relazione 2019 al Parlamento e al Governo sui livelli e la qualità dei servizi offerti dalle Pubbliche amministrazioni centrali e locali a imprese e cittadini, realizzata dal CNEL ai sensi dell’art. 10-bis della legge 30 dicembre 1986 n. 936.
“Stiamo mettendo in campo un nuovo approccio – ha commentato la Dadone in un post sul proprio profilo facebook – e una visione che pone al centro un interscambio aperto tra le pubbliche amministrazioni e la società civile: cittadini, associazioni, imprese. La corposa e interessante relazione del Cnel sui servizi pubblici mi ha offerto lo spunto, stamattina, per raccontare cosa stiamo facendo e quali sono i nostri obiettivi per migliorare la Pa. Grazie allo sblocco completo del turn over riusciremo a sostituire chi va in pensione con molti giovani: proprio per questo stiamo rivedendo i bandi, per snellire le procedure concorsuali e immettere profili innovativi, professionalità in grado di condurre le amministrazioni nel futuro”.
“Le consultazioni pubbliche – continua il Ministro – attraverso i canali digitali, su cui stiamo spingendo molto, ci consentono di coinvolgere meglio i cittadini e gli stakeholder nella stagione di cambiamento. E il Cnel stesso potrà supportarci sulla valutazione partecipativa delle performance grazie ai suoi canali privilegiati di contatto con il Paese reale. Tuttavia, non si può migliorare davvero in termini di trasparenza e qualità dei servizi resi se non si punta sulla formazione continua di chi già lavora in seno alla macchina dello Stato, con un focus forte sull’Ict. Il mio Dipartimento ha già lanciato il “syllabus” sulle competenze digitali di base e ha previsto un test che ogni dipendente pubblico può fare da remoto, usufruendo poi di schede formative calibrate sui gap evidenziati”.
“Infine – ha concluso la responsabile di Palazzo Vidoni – stiamo lavorando per una migliore organizzazione del lavoro e per la diffusione dello smart working che può dare benefici importanti in termini sociali, ambientali e di produttività. Tutto ciò allo scopo di incrementare quel “valore pubblico” che gli enti devono generare a favore della crescita e della coesione sociale del Paese”.