La Commissione europea ha presentato una relazione per individuare i rischi in riferimento al riciclaggio di denaro, all’evasione fiscale e alla corruzione nei diversi Paesi dell’Unione. Secondo Bruxelles le incognite sono aggravate da una mancanza di trasparenza nella gestione dei programmi e dalla scarsa cooperazione tra gli Stati membri. Sono tre, ad esempio, gli Stati membri dell’Ue (Bulgaria, Cipro e Malta) che attuano programmi concedendo la propria cittadinanza agli investitori a condizioni meno stringenti delle consuete norme di naturalizzazione. In questi tre Stati membri non vige l’obbligo per gli investitori di risiedere fisicamente nel Paese, né quello di avere legami effettivi prima dell’ottenimento del titolo di cittadino. Questi programmi sono di interesse comune per l’Unione europea, poiché ogni persona che acquisisce la cittadinanza di uno Stato membro ottiene contemporaneamente anche quella dell’Unione. La decisione di uno Stato membro di concedere lo status in cambio di investimenti comporta automaticamente determinati diritti anche nei confronti di altri Paesi membri, quali la libera circolazione e l’accesso al mercato interno per l’esercizio delle attività economiche. Molto spesso questi programmi sono pubblicizzati come un mezzo per avere la cittadinanza dell’Unione insieme ai diritti ad essa associati. Nel documento presentato ieri, la Commissione europea ha individuato le seguenti criticità: per quanto riguarda la sicurezza, le verifiche cui sono sottoposti i richiedenti non risultano sufficientemente rigorose e i sistemi d’informazione centralizzati dell’Ue, come quello di Schengen, non sono utilizzati sistematicamente, come sarebbe invece previsto; per quanto riguarda il riciclaggio di denaro, servono maggiori controlli per garantire che le norme in materia di antiriciclaggio non vengano eluse; in tema di evasione fiscale, sono necessari monitoraggio e comunicazione per far sì che singole persone non approfittino di questi programmi per beneficiare di norme fiscali vantaggiose; in fatto di trasparenza e informazione, la relazione rileva la mancanza di informazioni chiare su come sono gestiti i programmi, incluso il numero di domande ricevute, accolte o respinte e l’origine dei richiedenti. Inoltre, gli Stati membri non si scambiano informazioni né sui richiedenti che fanno domanda nel quadro del programma né sulle domande respinte. I programmi di cittadinanza per investitori consentono a una persona di ottenere la cittadinanza del paese unicamente sulla base di investimenti. I programmi di soggiorno per investitori consentono ai cittadini di Paesi terzi di ottenere un permesso di soggiorno in un paese dell’Ue a determinate condizioni. Le condizioni per l’ottenimento e la revoca della cittadinanza nazionale sono regolamentate dal diritto interno di ciascuno Stato membro, nel rispetto del diritto dell’Ue. Secondo i principi del diritto internazionale deve esistere un “legame effettivo” tra il richiedente e il paese di cui viene chiesta la cittadinanza o i suoi cittadini. Dato che la cittadinanza nazionale è il prerequisito per la cittadinanza europea e per il beneficio dei diritti derivanti dal trattato, la Commissione sta esaminando i programmi degli Stati membri che prevedono la concessione agli investitori della cittadinanza nazionale. Il rilascio di un permesso di soggiorno per investitori non è attualmente disciplinato a livello europeo, ma lo è a livello nazionale. Il diritto dell’Ue regolamenta tuttavia le condizioni di ingresso per alcune categorie di cittadini di Paesi terzi.