Il mercato dei prodotti biologici in Italia è cresciuto in modo significativo, tanto che stando ai dati degli Agricoltori italiani (Cia) e dell’Associazione nazionale agricoltura biologica (Anabio), solo nel primo semestre di quest’anno gli acquisti biologici sono aumentata del 19%. Le aziende agricole del settore si attestano a quota 50.000, con un fatturato complessivo di oltre 2 miliardi di euro l’anno. Su questo sfondo però va segnalata anche qualche criticità, prima tra tutte quella della falsificazione delle etichette. Da analisi ed esami dei Nas nel cibo cosiddetto biologico, in alcuni casi, sono stati trovati agenti chimici e prodotti tossici. Soprattutto l’e-commerce consente via via di evadere i controlli esportando prodotti su larga scala e sperando di farla franca ricevendo, magari, finanziamenti europei a favore dell’agricoltura biologica con frodi ai danni dell’Ue per milioni di euro. Per questo l’Istituto Certificazione Etica e Ambientale (Icea) ha lanciato “Icea Check”, scaricabile gratuitamente sugli smartphone, un’applicazione che permette di verificare in maniera immediata il grado di genuinità di un prodotto alimentare o di uno cosmetico. Per ottenere la certificazione bio, un articolo deve avere pochissimi additivi (conservanti, coloranti, aromi). Nella produzione dei normali alimenti, la legge ne autorizza invece una grande quantità, che devono essere obbligatoriamente riportati sulle etichette, in modo tale che sia specificata la loro funzione. Si può trovare la denominazione dell’additivo o il relativo numero preceduto dalla lettera E. Per i prodotti bio invece l’Ue ne riconosce soltanto alcuni. Attraverso l’App, inserendo il nome degli additivi alimentari trovati sull’etichetta nell’apposito spazio sarà possibile sapere che tipo di prodotto stiamo acquistando. Se il nome dell’additivo inserito si colora di verde, vuol dire che si tratta di additivi ammessi dal Regolamento Comunitario 830/2007 per la produzione biologica, se invece si colora di rosso, ci si trova davanti ad additivi che, pur essendo a norma di legge, non vengono utilizzati dalle aziende più sensibili alle esigenze dei consumatori. Sarà possibile così tracciare il percorso del cibo acquistato e direttamente, in tempo reale, scoprire se stiamo comprando un prodotto biologico oppure cadendo in errore.