La Corte dei conti ha analizzato i risultati della verifica intermedia, nonchè l’eventuale perdita di finanziamenti europei da parte dell’Italia. La particolare situazione correlata all’anno appena trascorso, esercizio al termine del quale è prevista non solo la verifica intermedia del periodo di programmazione, ma anche la possibile prima applicazione del disimpegno automatico dei fondi non spesi in base alla regola “n+3”, ha imposto di seguire con particolare attenzione l’evolversi dell’attuazione finanziaria, non limitandosi alle ormai consuete scadenze del 31 dicembre dell’anno precedente (unico dato ufficiale) e del 30 giugno dell’anno in corso, come dato illustrativo del trend semestrale presentando,così, il quadro aggiornato agli ultimi due mesi del 2018. Un dato questo che può essere considerato come tendenziale, poiché non presenta caratteri definitivi.
Per quanto riguarda la programmazione finanziaria nel 2018 è stata rilevata (sia in termini d’impegno che di spesa), una certa accelerazione che ha mostrato un incremento rispetto all’anno precedente. Nel quadro d’insieme il dato numerico complessivo al 31 ottobre 2018 ha presentato una situazione in cui, su una programmazione complessiva di 54,2 miliardi per l’Obiettivo “Investimenti per la crescita e l’occupazione”, sono stati impegnati fondi per circa 17,6 miliardi (pari al 32,42%) ed effettuati pagamenti per poco meno di 7 miliardi (12,85%), riscontrando varie differenze di realizzazione tra regione e regione.
L’analisi dei flussi finanziari in entrata e in uscita, intercorsi tra Italia e Ue nell’esercizio 2017, con le diverse tipologie di risorse del bilancio comunitario e l’utilizzo dei fondi, ha confermato la consueta posizione di contributore netto dell’Italia con la somma di 4,4 miliardi di euro.
La Corte dei conti ha quindi preso in esame la programmazione 2014-2020 e tenendo conto delle significative modifiche della regolamentazione nel frattempo intervenute. Per questo motivo, è opportuno distinguere le analisi, dedicando una relazione speciale alle “chiusure” della programmazione 2007-2013 una volta che si disporrà di dati completi e definitivi, comprensivi delle valutazioni dell’Unione. Un profilo che merita particolare attenzione è quello delle cosiddette “seconde condanne” da parte della Corte di giustizia europea, ai sensi dell’articolo 260, paragrafo 2, del TFUE (nel caso in cui lo Stato membro non si sia conformato agli obblighi derivanti da una prima sentenza di condanna per inadempimento ai sensi dell’art. 258 del TFUE). Ad oggi risultano effettuati pagamenti per “seconde condanne” per un importo pari ad oltre 547 milioni di euro.